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Espiazione - Ian McEwan

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  • 77Niko77
    00 11/05/2011 21:14
    Ho desiderato leggere questo libro per almeno due anni, prima di avere il tempo per poterlo gustare a dovere. Alla fine, quando è arrivato il momento tanto atteso, ho divorato quelle pagine in una sola notte. Un giudizio? Libro bellissimo, da consigliare a chiunque ami scrivere. La protagonista, infatti, è una ragazzina con un grande talento per la scrittura e una fervida immaginazione che la porta a fraintendere certe scene a cui assiste. Questo le farà commettere degli errori che condizioneranno pesantemente la vita di chi le sta intorno. Il libro si basa, infatti, sull'espiazione delle colpe dei personaggi, che siano esse reali o inesistenti.
    Non voglio rivelare di più, perché credo che basti una semplice citazione per invogliare chiunque a leggere questa storia, esattamente come è successo a me quando ho letto per la prima volta questa frase:

    "Come può una scrittrice espiare le proprie colpe quando il suo potere assoluto di decidere dei destini altrui la rende simile a Dio? Non esiste nessuno, nessuna entità superiore a cui fare appello, per riconciliarsi, per ottenere il perdono. Non c'è nulla all'infuori di lei. E' la sua fantasia a sancire i limiti e i termini della storia. Non c'è espiazione per Dio, nè per il romanziere, nemmeno se fossero atei."
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    (Ipanema)
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    Registrato il: 21/11/2005
    Utente Master
    00 11/05/2011 22:17
    Io l'ho letto all'epoca e ricordi di aver adorato la capacità di scrivere e descrivere di Ewan ambienti e situazioni, ma ahimè alcune parti mi avevano deluso. Ewan impiega pagine su pagine per descrivere il mal di testa della padrona di casa e liquida in poche battute la denuncia della protagonista e l'arresto del ragazzo amato dalla sorella.

    Anche più avanti, funzionerà così: momenti assolutamente non importanti all'economia della storia che saranno vivisezionati e momenti di tensione e di pathos che invece saranno fatti scivolare via in fretta.

    Il film, è notevolmente più bello, e in genere è vero il contrario. Ma c'è il mio attore preferito, James Mc Avoy e forse io sono di parte...

    Comunque Ewan è un grande, alla pari di King...
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    Ginger Rogers eseguiva tutti i passi di Fred Astaire, ma all'indietro e sui tacchi a spillo.
    Remember, Ginger Rogers did everything Fred Astaire did, but she did it backwards and on high heels
    (Faith Whittlesey)
  • 77Niko77
    00 12/05/2011 11:14
    Non ho ancora avuto l'occasione di vedere il film, ma cercherò di farlo presto, soprattutto perché mi incuriosisce il fatto che tu dica sia meglio del libro. [SM=g7493]
    E' vero che spesso McEwan distribuisce l'attenzione ai particolari in maniera atipica, tralasciando eventi fondamentali per la storia... anche io ho trovato strana questa scelta, ma ho pensato che potesse essere una sorta di tattica per stimolare la fantasia del lettore, per lasciarlo con la sete di sapere cosa sia successo in quella parte che l'autore ha evitato di descrivere.
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    (Ipanema)
    Post: 8.599
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    Utente Master
    00 12/05/2011 11:28
    Re:
    77Niko77, 12/05/2011 11.14:

    Non ho ancora avuto l'occasione di vedere il film, ma cercherò di farlo presto, soprattutto perché mi incuriosisce il fatto che tu dica sia meglio del libro. [SM=g7493]



    L'unica cosa che potrebbe deluderti è il finale, cambiato per ragioni cinematografiche. Ma in effetti, quella sensazione di non finito, o di attenzione atipica che riscontro nel libro, nel film, per ragioni di sceneggiatura non c'è...



    E' vero che spesso McEwan distribuisce l'attenzione ai particolari in maniera atipica, tralasciando eventi fondamentali per la storia... anche io ho trovato strana questa scelta, ma ho pensato che potesse essere una sorta di tattica per stimolare la fantasia del lettore, per lasciarlo con la sete di sapere cosa sia successo in quella parte che l'autore ha evitato di descrivere.




    Sicuramente è una chiave di lettura giustissima questa tua. In realtà Ian Mc Ewan è uno di quegli scrittori che hanno tutto per appassionarti e farti innamorare della propria scrittura: uno stile di scrittura il suo impareggiabile. Lo paragono a Stephen King perché trovo la sua capacità di descrivere, di ubriacare di parole, alla stessa stregua del "Re" dell'horror, che amo a prescindere dal genere che invece non mi appassiona per nulla.

    Ma anche in altri suoi libri, che ho comprato ma che ho fatto fatica a leggere per intero, questa capacità di soffermarsi su momenti particolari - che inizialmente credi siano importanti all'economia della trama e che in seguito ti rendi conto che non lo sono affatto, e che sono solo fini a se stanti - e tralasciare momenti di assoluta tensione psicologica, mi turba e mi stanca.

    Però ribadisco lo ritengo un Grande.
    E' un po' la stessa cosa per Alessandro Baricco: adoro la sua scrittura, la capacità di rovesciare sulla carta immagini, sensazioni, situazioni ed emozioni, ma solo in pochissimi suoi libri sono riuscita a trovare un'armonia che coniugasse questa capacità fondamentale in uno scrittore di genio e la trama dei suoi romanzi...
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    (Faith Whittlesey)
  • 77Niko77
    00 12/05/2011 14:28
    Trovo perfetta l'espressione che hai usato: "ubriacare di parole"! E' proprio quello che fanno gli autori che hai citato, solo che, come giustamente hai sottolineato, non sempre questo loro stile riesce ad ottenere lo stesso risultato in ogni libro :)