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pubblicato: venerdì 23 gennaio 2009 da Simone Muscas

E’ stato lanciato questa mattina il satellite Ibuki, di cui avevamo parlato su Ecoblog qualche tempo fa. Questo strumento permetterà, nei prossimi cinque anni, di studiare la concentrazione e distribuzione di Co2, oltre che i cicli dei gas a effetto serra.

Ibuki (che significa respirazione in giapponese) pesa due tonnellate e dispone di un sistema scanner che osserverà la superficie terrestre. Avrà come obiettivo quello di creare un sistema standard di misurazione delle emissioni uguale per tutti i Paesi.

La partenza del satellite è avvenuta qualche giorno fa dal centro spaziale Tanegashima, nel sud dell’Iraq. Questo raggiungerà la sua orbita a circa 650 km dalla superficie terrestre. Attraverso tecniche a raggi infrarossi un sensore permetterà di misurare la densità di CO2 e CH4 nell’atmosfera, da soli responsabili per l’80% del riscaldamento globale.

Un secondo sensore invece contribuirà a correggere le frequenti distorsioni che vengono introdotte in presenza di aerosol o nubi. Il principale contributo sarà quello di misurare su base regolare 56.000 punti in atmosfera, cosa che permetterà di ampliare tantissimo le conoscenze sui gas serra e loro informazioni.

Considerando che sul pianeta sono dislocate attualmente “appena” 283 basi di osservazione e tutte distribuite sopratutto nei Paesi sviluppati, si capisce l’importanza dell’esperimento spaziale.

Sarà quindi possibile avere dati con una certa frequenza e precisione, nonché disporne di più precisi per quel che riguarda Africa e Asia, le cui conoscenze a proposito sono ridotte al minimo.

Il volume delle emissioni del Protocollo di Kyoto è misurato in base ai calcoli di ogni Paese, pertanto con la sua uniformità di misurazione del globo, la sonda cercherà di fornire uno strumento che permetta di rendere più omogenea e certa la metodologia.

In questo modo si contribuirà a dare risposte più esaustive sui cambiamenti climatici. I dati verranno resi pubblici e di libero utilizzo per la Comunità Internazionale dopo il periodo di prova che durerà un anno.