05/04/2007 16.44
Pozzi segreto: «Il dito, il Milan, la mia Europa»
«Non mi sono operato, voglio finire la stagione. Devo molto all'Empoli, sono rossonero a metà».
Nicola Pozzi ha appena finito l'allenamento, fa una foto e firma l'autografo sul gesso di un tifoso. «Visto, lui si è operato», dice e manda giù una bottiglietta di acqua naturale, quella da un terzo di litro. Poi la schiaccia, con la mano destra. «Tanto per chiarire...».
Chiarire cosa? «Il dito è ancora nero, mi fa male e per un po' giocherò fasciato e poi si vedrà. Ma è solo la quarta falange. Guardate bene: è il pezzetto prima dell'unghia, non ho perso l'uso della mano. Mi dispiace che qualcuno abbia potuto fraintendere, ho letto anche una lettera pubblicata sulla Gazzetta. Caro signor Andrea di Napoli, io non volevo offendere nessuno, davvero. Soprattutto non volevo mancare di rispetto a chi è rimasto menomato. Io sono mancino, scrivo con la sinistra, ma se voglio con la destra faccio tutto: schiaccio questa bottiglietta. E posso anche tirare un cazzotto».
Okay, bene così. Pozzi, ma allora perché non si è fatto operare? «Perché il mio sogno era giocare in serie A e ora che ci sono non volevo smettere. Se mi facevo operare dovevo tenere il gesso fino ad agosto. Ho 20 anni e ho già perso un anno per infortunio. Non l'ho fatto per l'Empoli o per la Nazionale di Casiraghi, almeno non solo. L'ho fatto per me, per la mia carriera. Se tornerò in panchina con l'Empoli, se non verrò convocato nell'Under 21, non avrò certo rimpianti, non per il dito. Mi sono spiegato?».
Ora c'è Milan-Empoli: emozionato? «Sono in comproprietà con il Milan, mi sono allenato a Milan Lab, ho fatto il ritiro, giocato delle amichevoli con la prima squadra. Ma ora sono un giocatore dell'Empoli e se scenderò in campo vedrò di farmi passare in fretta l'emozione».
Pare che venerdì, a Milano, discuteranno anche della sua comproprietà e di quella di Marzoratti... «Queste cose non devo deciderle io, all'Empoli devo molto, così come al Milan».
Sabato a San Siro dovrebbe giocare contro il suo amico Pippo Inzaghi. Vero che vi sentite tutti i giorni? «Vero, siamo amici. Pippo è un campione epoi sa come prendermi».
Ci fa leggere uno dei suoi sms? «Vabbè». (Sms: «Vai così, ma ricordati che non si è mai arrivati. Io ho fatto 130 gol e il posto in squadra me lo devo sempre conquistare»).
Fonte: Gazzetta dello Sport