00 18/12/2006 17:56
-Il porcile italiano-

Il titolo non si riferisce assolutamente alla camera dei deputati o a che altro ma ad un portale internet che sbandiera il suo pacifismo… indymedia!
Diciamo subito che ciò che segue è un articolo (se così si può chiamare!) apparso sul portale sopraccitato scritto da un utente donna o meglio si firma con il nome di una donna, l’articolo è apparso da poco e parla di una recensione commentata dall’utente stessa, io semplicemente ricommetterò attraverso le parentesi quadre i commenti (scritti in maiuscolo!) dell’utente.
Leggendo questo articolo e leggendo poi il testo della canzone che inserirò in calce si può capire quanto sia idiota il pensiero comunista… buona lettura!

aveva ragione Baffone: tutti gli intellettuali al muro! Le sanguisughe del popolo e nulla più! Dopo Pansa e i suoi "crmini partigiani", un altro sedicente "compagno" scrive una porcheria revisionista sputando sulla nostra memoria storica di chi ha combattuto per la libertà. Signore e signori, ecco a voi la merda di Luca Telese [bisogna dire che se nel duemila e passa c’è ancora qualcuno sano di mente che cita il baffone sanguinario sarebbe da mettere in un manicomio per direttissima poiché è stato storicamente provato che il buon Stalin era un pazzo sanguinario che ha fatto uccidere il triplo degli ebrei di Hitler!]
E' il libro di un altro che si autodefinisce uomo di sinistra sui "crimini" dimenticati contro i fascisti (quei poveri angioletti!). Dopo Pansa un altro revisionista pentito o c'è dell'altro dietro?

Luca Telese ricostruisce in «Cuori neri» i ventuno delitti di cui furono vittime giovani di destra
La strage dimenticata degli anni di piombo
Una congiura del silenzio sui militanti missini uccisi tra il 1972 e l’83




L’altro Sessantotto. La faccia nascosta degli anni Settanta. La metà taciuta della memoria intera. Cuori neri, monumentale libro da 800 pagine e tre anni di lavoro, è un’opera sotto certi aspetti definitiva: le storie dei ventuno militanti del Msi assassinati tra il 1970 — Ugo Venturini, colpito alla testa da una bottiglia mentre proteggeva Almirante in un comizio a Genova («forse l’ho tirata io» racconta ora Carlo Panella, giornalista Mediaset ed ex dirigente di Lotta continua) — e il 1983 —Paolo Di Nella, fascista ventenne assistito in agonia dal presidente partigiano Pertini— vi sono ricostruite fin nei minimi dettagli.
(A CASA MIA QUELLA DEL "COMPAGNO" TELESE SI CHIAMA DELAZIONE!!!!) [invece a casa mia il lavoro di Talese si chiama ricostruzione storica particolarmente dettagliata la delazione è tutt’altra cosa ma sono convinto che in qualche scuola di partito la ricostruzione storica è abbolita…]
Sotto altri aspetti, però, Cuori neri riapre un capitolo ancora da scrivere. Perché getta una luce talora inquietante sulla disonestà intellettuale e sull’oblio, su ventuno morti «demonizzati dai loro nemici e dimenticati da tutti gli altri», spesso vittime anche di un’accurata opera di rimozione e talora mistificazione, di cui l’autore accusa una parte non secondaria della sinistra: l’assassino non può essere un compagno, dev’essere stata una faida interna tra fascisti (accade per i fratelli Mattei, per Carlo Falvella, per Graziano Giralucci eGiuseppe Mazzola prime vittime delle Br, per Mario Zicchieri, per Mikis Mantakas).
VISTO??? E QUESTO SAREBBE UN COMPAGNO??? E PERCHè NON VA A PORTARE PURE I FIORI SULLE TOMBE DEI SORCI NERI GIUSTIZIATI DAL POPOLO QUESTO MERDONE??? E ANCHE SE NON ERANO FAIDE INTERNE COSA SIGNIFICA??? è PIù IMPORTANTE LA "VERITà" DI QUESTO MERDONE O SALVARE IL PAESE DAI FASCI??? LO SA IL MERDONE COSA ERANO GLI ANNI SETTANTA??? [a parte la continua ripetizione della parola merdone che forse è di uso corrente nei vari post, neo, ex comunisti, bisogna precisare fin da subito una cosa i morti rossi per mano dei “fascisti” sono un centesimo rispetto ai morti “fascisti” per mano dei compagni e parlo solamente delle due correnti politiche e non di polizia e carabinieri, Talese non voleva stropicciare la verità ma allargarla ovvero perché bisogna ricordarsi solo dei morti rossi e non di quelli neri?
Ci sono morti di seria A e di serie B?
Se è così e visto che l’autrice di questo romanzo bilanta allegramente di essere vissuta nel pieno periodo degli anni di piombo come mai non è stata uccisa dai squadroni squadristi della morte?
Non è che per caso in città come Milano e in tutta l’Italia a parte Roma i rossi erano di gran lunga di più dei neri?]
E a rendere se possibile più interessante il quadro è il fatto che l’autore non ha ancora 36 anni, quindi non appartiene alla generazione di cui scrive, né condivide la formazione intellettuale e politica dei «cuori neri».
LUI HA VISSUTO COL CULO AL CALDO GRAZIE A CHI HA AMMAZZATO QUEI PORCI LIBERANDO IL PAESE E INSEGNANDO AI SUPERSTITI A STARE AL LORO POSTO!!! [porci? Con porci s’intende ragazzini non ancora entrati nella pubertà che molto probabilmente non sapevano neanche cosa voleva dire fascismo?
Se è così mi piacerebbe chiedere all’autrice se sa a memoria tutto il “Capitale” e tutto il “Manifesto del partito comunista”!]
Luca Telese ha invece una storia di sinistra, è stato capoufficio stampa di Rifondazione, ha scritto sul manifesto e sull’Unità, ora lavora al Giornale ma i suoi due primi libri sono biografie di Cofferati e di Lula.
QUESTA CARRIERA GIORNALISTICA DICE TUTTO DI CHE MERDONE SIA IL "COMPAGNO" TELESE!!! [Non sapevo che l’Unità e rifondazione fossero fascisti, cazzarola allora nell’odierno governo ci sono i fascisti, magari l’autrice ora è su i monti imbracciando un fucile e vivendo nella più totale clandestinità come facevano i partigiani prima e le brigate rosse poi!]
Dalla campagna innocentista per Lollo, Sclavo e Grillo condotta da intellettuali talora consapevoli della loro colpevolezza per il rogo di Primavalle, a quella meno nota ma altrettanto incredibile — riletta con gli occhi di oggi —in favore dell’assassino di Carlo Falvella, che mentre è in carcere per omicidio vince il premio Viareggio per le sue poesie politiche (e viene accostato da Giorgio Caproni, Camilla Cederna e Alberto Moravia ora a Ungaretti, ora a Gozzano, ora a Gramsci);
GLI DOVEVANO DARE UNA MEDAGLIA!!! L'ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA SI APLLICA!!! TROPPI NE HANNO AMMAZZATI I FASCI PER CONDANNARE CHI FA UN PO DI PULIZIA!!! [Troppi? Innanzi tutto bisogna dire che la maggior parte dei morti durante la guerra di “liberazione” gli hanno fatti i tedeschi e non i fascisti negli anni settanta sono stati per lo più i poliziotti e le forze dell’ordine e poi i vari compagni se per cortesia l’autrice mettesse on-line tutti i nomi dei rossi uccisi negli anni settanta per mano dei fasci tutto il mondo né sarebbe alquanto felice!]
dal surreale dibattito seguito alla morte di Stefano Cecchetti, figlio di comunisti, reo di frequentare il bar dei neri (i militanti scrivono a Lotta continua o telefonano a Radio Onda Rossa: «Chi se ne frega se era o no fascista, lui lì non ci doveva stare»),
SE NON ERA FASCIO COSA CI FACEVA IN UN BAR DI FASCI??? NESSUNO QUESTO LO SPIEGA??? IL MERDONE LO SA COSA CI FACEVA IL "POVERO FIGLIO DI COMUNISTI" A MANGIARE TRAMEZZINI INSIEME AI SUOI AMICHETTI CAMERATI??? [Di logica l’Italia è un paese libero e se uno vuole andare a mangiare in un bar perché fanno i panini più buoni nulla e nessuno dovrebbe ucciderlo solo perché in quel bar ci vanno i fasci, se fosse così di logica i rossi non dovrebbero entrare in San Babila!]
alle solidarietà che ancora a fine anni Ottanta vengono riservate agli assassini di Ramelli. «Fantasmi del passato: arresti in Dp per l’antifascismo di dieci anni fa» titola Reporter. Il manifesto ironizza sul giudice Salvini, oggi molto apprezzato a sinistra ma di cui allora Giovanna Pajetta scrive che «su Salvini circola una battuta: è occupato, sta firmando un mandato di cattura contro se stesso». E il mite Mario Capanna: «La mobilitazione antifascista di quegli anni è troppo importante per poter essere lasciata stravolgere da un’inchiesta giudiziaria».
E VORREI ANCHE VEDER!!! QUESTA GENTAGLIA CONTINUA A SPALARE MERDA SUGLI ANNI SETTANTA DOPO CHE HANNO RAPPRESENTATO LA NOSTRA RIVOLUZIONE!!! COMPAGNI VOGLIONO UCCIDERE LA NOSTRA MEMORIA!!! QUESTO è REVISIONISMO!!!!!! [Revisionismo? Vogliamo parlare di Praga? Dell’Ungheria? Della mattanza dei presunti fascisti dopo la guerra? Della Cina? Di Cuba? Mi spiace dirlo ma i più grandi revisionisti storici sono proprio i cari compagni!
Rivoluzione?
E di cosa?
Negli anni settanta l’unica cosa che voi compagnucci avete fatto è stata uccidere e gambizzare le persone e non di certo una rivoluzione!]
Indimenticabile poi l’arringa dell’avvocato Pecorella, oggi legale e deputato di Berlusconi, che difendendo uno degli aggressori del bar Porto di Classe (il gruppo è lo stesso dell’omicidio Ramelli, che stavolta ha lasciato sul terreno un ragazzo destinato a restare paralizzato) sostiene: «Togliere spazio e agibilità ai fascisti non è un reato,ma una legittima applicazione di un principio costituzionale (...).
E COSA C'è DI SBAGLIATO??? LA COSTITUZIONE VIETA I FASCISTI SI O NO??? E ALLORA POCHE STORIE, I FASCI VANNO AMMAZZATI, GIù NELLE FOIBE E SILENZIO, MERDE!!! INCREDIBILE CHE NELL'ITALIA DEL 2006 SI DEVE ANCORA VEDERE CHE VENGONO CONDANNATI GLI ATTI DI ANTIFASCISMO MILITANTE.... I PARTIGIANI NON CI HANNO LIBERATI CON I FIORI!!! QUELL'AVVOCATO AVEVA RAGIONE!!! [la costituzione dice anche che tutti possono scendere in piazza e manifestare la propria idea ma credo che sempre nelle belle scuole rosse la costituzione la leggono a pizzichi e bocconi, un conto è l’anti fascismo un altro è mettere a ferro e a fuoco Corso Buenos Ayres per una cosa del tutto senza senso poiché Forza nuova un sabato si e un sabato no sono a Lima con il loro gazebo e danno volantini!]
Come si vede, dunque, anche assaltare un bar poteva avere un fine di alto valore morale e sociale».
SOTTOSCRIVO IN PIENO!!!!!!!!!!! [Un filone di alto valore morale?
Dare fuoco ad un bar?
E poi cosa?
Non bere più caffè perché è di colore nero?]
Telese racconta con uno stile molto personale, talora enfatico ma sempre efficace, sommando testimonianze raccolte di prima mano, cronache dell’epoca, atti giudiziari, volantini, slogan, canzoni, racconti dei protagonisti e dei loro parenti, amici, eredi. C’è Cossiga che sfugge a un’agguato dei Nar a Porta del Popolo, e rivela di aver coperto e forse salvato il capitano Sivori, l’agente che ad Acca Larentia spara sui missini in rivolta davanti ai cadaveri di due camerati e ne uccide un terzo, Stefano Recchioni (l’allora ministro dell’Interno dispone che sia mandato in vacanza per sottrarlo alla rappresaglia).
Ci sono i ragazzi neri diventati deputati di An, alcuni dei quali non hanno perso nulla dell’antica tracotanza (come l’onorevole neoborbonico Losurdo che racconta sghignazzando di quando dai tetti di Pavia sparò razzi sulla folla che ascoltava il comizio di Alekos Panagulis, avversario dei colonnelli greci). C’è Assunta Almirante, che entra in scena nei ricordi dei militanti sbigottiti «con una specie di tunica con le frange, una roba un po’ etnica, oggi si direbbe fricchettona».E c’è il marito Giorgio, di cui non si tacciono gli aspetti che possono apparire odiosi—a cominciare dalla spedizione contro l’università occupata nel 1968—ma che in molte pagine del libro giganteggia.
UN LIBRACCIO DOVE IL FUCILATORE DI PARTIGGIANI GIGANTEGGIA è SOLO UNA MERDATA REVISIONISTA GIGANTESCA, ALTRO CHE COMPAGNO!!! LUCA TELESE FASCIO INFILTRATO DI MERDA [Mi sorge un dubbio?
Autrice di questa accozzaglia di stronzate idealistiche ma tu lo hai letto “cuori neri” o hai letto solo la copertina?
Perché se una persona commenta un libro minimo minimo bisognerebbe leggerlo non trovi?]
Interrompe la campagna elettorale per vegliare Venturini ferito, poi porta a vivere per anni a casa sua il figlio Walter; paga sino alla morte — e all’insaputa di donna Assunta — un vitalizio alle famiglie Giralucci e Mazzola; invita a cena i genitori di Falvella (il padre morirà suicida); il più piccolo dei fratelli Mattei e la sorella di Mario Zicchieri raccontano di lui come di una persona di famiglia; e quando all’autogrill di Cantagallo (Bologna) i camerieri comunisti si rifiutano di servirlo, mentre il seguito strepita e minaccia — e qualcuno organizzerà una spedizione punitiva—Almirante si alza senza una parola e rasserena la moglie: «È normale, è la battaglia politica».
Alla sua ombra cresce un giovane Gianfranco Fini, già allora il più intelligente, anche se ai camerati appare più che altro pavido: così lo aggrediscono quando si oppone alla rappresaglia per la morte di Mantakas. In via Acca Larentia c’è anche lui, ma non in giaccone militare, in mimetica o in maglione come gli altri; con un impermeabile bianco (e viene colpito alla gamba da un candelotto lacrimogeno sparato dagli agenti). Ma quando appare la firma dei Nar, Nuclei armati rivoluzionari, Fini scrive sulla rivista Dissenso che «potrebbe essere una sigla inventata dal regime»; e nell’anniversario di Acca Larentia è lui, con Gasparri e Urso, a insistere per tenere comunque una manifestazione vietata, a prezzo della vita del giovane Alberto Giaquinto e contro la volontà di Fioravanti e Mambro (che racconta di aver condannato per questo Urso a morte, senza avere il coraggio di eseguire la sentenza. «Davvero? Ma se veniva a mangiare la pasta alla norma a casa mia!», sobbalza il viceministro quando Telese intervistandolo glielo racconta).
Poi ci sono loro, i «cuori neri». Raffigurati com’erano: talora criminali, talora innocenti; talora decisi a mimare la guerra civile dei padri, talora ansiosi di trovare un ponte con i coetanei di sinistra. Anche perché alcuni erano cresciuti nelle loro fila. In un elenco che forse qualcuno tenterà di smentire, Telese annovera Gianni De Michelis, i deputati diessini Massimo Brutti e Vincenzo Siniscalchi, Mario Moretti, Renato Curcio, il cantante Sergio Caputo. Enrico Montesano esordisce nel «varietà di destra» di Pingitore su raccomandazione del padre, portiere nel palazzo dove ha sede l’Msi. E Michele Placido racconta di aver fatto politica nella Giovane Italia: «Nessuno finora me l’avevamai chiesto; altrimenti avrei detto la verità».

LUCA TELESE
ENRICO MONTESANO
MICHELE PLAICO
M E R D E U M A N E
[Allora nelle scuole rosse la parola merda è di uso comune… cazzarola ed io che pensavo che voi portate la lieta novella!]

Letto questa accozzaglia di stronzate idealistiche degne del peggio del peggio degli anni settanta voglio inserire il testo di una canzone scritta dai ZPM, famosissimo gruppo di destra, negli anni settanta ovvero in pieno anni di piombo poi starà a voi decidere chi è più l’idiota i ZPM o l’autrice di questa accozzaglia di stronzate… siete stati fortunati che non ho inserito i commenti dei vari compagni se no questo pensiero discordante sarebbe finito male molto ma molto male… buona lettura!

IO CREDO
Non so il tuo nome, né dove, né quando sei nato,
non so che studi hai fatto,
non sono un benpensante,
non so che religione professavi,
non sono un prete,
non so di che colore era la tua camicia o il tuo fazzoletto,
non sono un politicante!
So di te unicamente che sei morto,
so di te unicamente che hai lottato.
Eppure io ti conosco meglio di chiunque altro,
ora che due metri di terra hanno ricoperto le tue ossa,
ora che l’ipocrisia inutile dei discorsi si è spenta,
ora che sei un ricordo, ora ti voglio parlare.
Perché sei morto? Non importa, ci credevi!
È stato inutile? Non importa , ci credevi!

La tua splendente giovinezza
Non accarezza più la tiepida e profumata aria di primavera,
il sangue caldo è fuggito da te in stille di rubino lucente
per conquistare un sogno.
Ci credevi! E non ci sei più.
Sono tutti fuggiti, gli altri,
ma nei tuoi occhi tristi
era scritto un credo che parlava più forte,
nel silenzio;
le tue mani pulite
si sono alzate al cielo in un inno alla giustizia,
ma erano solamente le tue mani
guidate da un cuore divino
che hanno lottato per la libertà.
Troppo poco forse,
gli uomini non ti hanno voluto:
tu credevi!
Il mondo non vuole rischiare con quelli come te,
che sognano la giustizia, la libertà, l’onore,
non servono queste cose a chi vive.
Tu sei morto. Non importa perché!
Tu credevi, e non importa che cosa!
Tu sognavi il mio sogno, e sei morto!

Ti hanno definito in mille modi:
i tuoi genitori ti hanno chiamato sensibile,
gli amici hanno detto che eri strano,
la scuola irrequieto,
la stampa teppista,
la polizia delinquente,
il medico ora ti ha definito morto!
Così,
sotto questo cumulo di giudizi
ti hanno sepolto,
ma cosa potevano dire,
ma cosa potevano fare;
tu, uomo qualunque,
nel tepore accogliente della tua casa
che pensi,
che sogni,
in che credi,
a niente?
No, anche tu credi,
sogni qualcosa
ma non è il mio sogno,
tu credi nel denaro,
nel benessere,
nel quieto vivere,
io no,
io credo, e non importa che cosa.

Io combatto anche per te , uomo qualunque,
ma tu non mi ascolti;
io muoio anche per te, uomo qualunque,
e tu mi disprezzi.
Perché? Non importa!
I miei occhi malinconici,
la mia splendente giovinezza,
il mio caldo sangue color rubino io te li
dono, uomo qualunque.
Io non ho le tue ricchezze,
non voglio per me il tepore accogliente della
tua casa,
tutto ti lascio,
anche la mia vita,
io credo,
non importa che cosa!












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"Michele Novaro incontra Mameli e insieme scrivono un pezzo tuttora in voga" Sfiorivano le viole di Rino Gaetano