intervista a bruno tabacci

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DarkWalker
00martedì 23 marzo 2010 18:20
L'onorevole Bruno Tabacci, uno dei leader di Alleanza per l'Italia (Ansa)
Politica
Bruno Tabacci: "Berlusconi è come Putin o qualche sudamericano, non tollera i contrappesi democratici"
di Ignazio Dessì
Una mobilitazione di popolo per scaldare i muscoli in vista della prossima tornata elettorale. Il premier Silvio Berlusconi aveva bisogno di un bagno di folla per ricompattare il suo esercito e mettere in campo la sua nota capacità di comunicazione. Per dire che tutto va bene e chi sostiene il contrario è in malafede. Forse per questo ci teneva tanto a bloccare i talk show che mostravano le sue debolezze e lo criticavano. “Il governo non ha il coraggio di fare scelte rigorose e preferisce galleggiare nascondendo agli italiani la verità su una crisi che lungi dall'essere superata mostra ora le sue conseguenze peggiori”, spiega Bruno Tabacci, uno dei leader di Alleanza per l’Italia, uomo di centro solitamente ponderato e riflessivo.
Onorevole, sabato il centrodestra ha portato le truppe a Piazza San Giovanni. Come legge questa esigenza di mobilitazione di popolo?
“Non so bene se siano motivati da profonda esigenza interiore, questo non lo so. Il fatto inusuale è che il governo cerca di agitare la piazza, cosa che di solito è appannaggio dell’opposizione. Io quando ero al governo non l’ho mai cavalcata e non lo faccio nemmeno adesso che sono all’opposizione. Ma questo è un fatto personale. Evidentemente appartengo a una cultura politica diversa”.
Forse è anche il segnale di qualche difficoltà avvertita dal presidente del Consiglio.
“Certo, è la somma di tutte le cose che lui ha determinato negli ultimi tempi e che inevitabilmente dovevano, prima o poi, portare a uno scollamento. Il Paese è attraversato da una crisi molto dura e per Berlusconi è scattata la legge del contrappasso. L’inventore delle tv, alla fine, ha deciso di spegnerle correndo dietro Santoro. Una cosa che ha dell’incredibile. Lui che ha sempre detto che bisognava uscire dal paludamento del servizio pubblico, facendo qualcosa di più e diverso, adesso spegne le televisioni perché dice che criticano troppo”.
In realtà fa anche di più. Convoca i suoi uomini, chiama i generali dei carabinieri, vuole che si blocchino le voci di certi giornalisti: sembra un atteggiamento padronale nei confronti del Paese che governa.
“Beh, questa non è una novità, nel senso che lui ha una visione distorta della democrazia. Pensa, alla stregua del suo amico Putin o di qualche governatore sudamericano, che la democrazia non abbia contrappesi. Che essendo stato eletto col consenso popolare può fare quello che vuole. In realtà non funziona così, nel senso che le magistrature, le autorità indipendenti o la Corte Costituzionale, ovvero gli organismi di controllo, sono funzionali a un sistema democratico nel senso classico del termine. Cosa che vale sia nei sistemi parlamentari che in quelli presidenziali.In America se il presidente, pur così potente, si opponesse alla Corte suprema, con la scusa che questa è politicizzata, verrebbe messo al rogo”.
Molte cose tuttavia potrebbero essere lette in termini elettorali.
“No, lui è sempre così”.
La campagna elettorale però è in piena attività e si vede anche da piccole cose come gli ecoincentivi che le aziende aspettavano da mesi lesti a giungere proprio a ridosso delle elezioni.
“Sì, ma stiamo parlando di briciole, perché 300 milioni sono un dodicesimo di quello che è costato il finto salvataggio di Alitalia. In ogni caso parliamo di una provvidenza che riguarderà solo i primi che arrivano, i soldi sono pochi e non bastano per tutti”.

Lei ha detto in Parlamento che in Italia si vuole rappresentare spesso una realtà che non esiste e che, in termini economico-finanziari, la nostra realtà non è lontana da quella della Grecia. Come vede la situazione generale del Paese?
“Certo, ho detto che non siamo lontani dalla Grecia: ho usato un eufemismo per dire che anche noi abbiamo problemi di bilancio. E qualche artifizio il ministro della finanza creativa lo ha inventato in questi anni. Penso al problema dei comuni che si sono indebitati in derivati. Chi li ha autorizzati? La finanziaria del 2002 di Tremonti. Se facciamo il conto dei feriti e dei morti vediamo che oggi ci sono i processi in corso contro le banche. Un ministro accorto avrebbe dovuto evitare questo tipo di danno. Invece, tra ciò e le cartolarizzazioni, si è andati verso una minore attenzione per i rischi che si correvano”.
Parlando di leggi sulla giustizia, caos liste, provvedimenti ad personam e così via, si finisce con lo spostare l’attenzione dai problemi reali dei cittadini. Non trova?
“Sì, ma sono tutte cose che mettono in evidenza un presidente del Consiglio che ha a cuore tanti interessi tranne l’interesse del Paese”.
E che si serve delle televisioni per dare l’immagine che vuole della realtà?
“Esatto, perché pensa ai fatti suoi. Anche per i talk show politici andati a ramengo, si può dire che l’audience che perde la Rai la possono raccogliere le sue tv. C’è sempre una faccia della medaglia che lo riguarda, insomma”.
Però hanno raccolto molto anche La 7 e Sky in questo frangente.
“Probabilmente la gente comincia ad essere stufa, e lo si vedrà col probabile astensionismo o le schede annullate che caratterizzeranno queste elezioni. Il vento francese si farà sentire, non arriveremo al 53% ma la percentuale sarà alta. E questo vorrà dire che è cambiato il vento”.
Parlando dell’arresto di Frisullo in Puglia, Bersani e Vendola hanno detto di confidare nei magistrati. Un atteggiamento diverso da altri. Che ne pensa?
“Certamente quando le cose riguardano gli uomini di Berlusconi si dice che si tratta di giustizia a orologeria, in questo caso invece non ho sentito nessuno dei berlusconiani dirlo. Chi crede nei contrappesi istituzionali deve avere fiducia nella giustizia. Non si può essere democratici a giorni alterni. Diciamo che mi sembra correttissima la posizione di Vendola e Bersani . Inoltre, mi pare di ricordare che il sistema Tarantini avesse coinvolto anche il capo del governo. Allora però si parlava di giustizia a orologeria, appunto”.
Cosa si propone di fare Alleanza per l’Italia?
“Siamo presenti in quattro regioni con il simbolo: Campania, Calabria, Basilicata e Marche. Siamo poi nella lista ‘Puglia per Vendola’ a sostegno del governatore e in Piemonte, d’accordo con la Udc, a sostegno del presidente Bresso. Se teniamo conto che esistiamo dai primi di dicembre, non si poteva fare di più. Abbiamo messo in campo uno stato d’animo: adesso dipende dalla risposta della gente”.
Il sistema maggioritario vi va stretto?
“Il sistema maggioritario rende molto problematico il nostro spazio, specie con questa legge elettorale che esaspera il distacco tra i cittadini e la politica. Crediamo tuttavia che il sistema non sia molto apprezzato. Che siamo vicini a una svolta. Vediamo se riusciremo a interpretare questa esigenza”.
Il cambio delle regole del gioco potrebbe esserci dopo queste elezioni?
“Per ora vedo difficile il cambiamento. Certo, per quanto riguarda il sistema elettorale, io preferirei un modello tedesco”.


interessante il riferimento alal finanziara tremonti del 2002
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