Traffico d'armi nel golfo - di Leonardo Cortese con Giancarlo Zanetti, Renato De Carmine, Lorenza Guerrieri

ba1ba2
00giovedì 20 giugno 2013 23:57
Ottimo giallo di Durbridge che merita sicuramente migliori attenzioni. [SM=x520488]

Trama molto intricata in pieno stile Durbridge e soluzione affatto scontata.

Il limite principale di questo sceneggiato sta nella sua riduzione in sole 3 puntate che, come più volte detto, non da tempo allo spettatore di farsi prendere dalla storia ed appassionarsi alla stessa. [SM=x520489]

La riduzione in tre puntate di alcuni sceneggiati all'epoca fu decisa a seguito di un lento ma progressivo calo di interesse degli spettatori verso il genere giallo-poliziesco che molto successo aveva riscosso negli anni d'oro della tv. La mossa non fu molto azzeccata e ansicchè aiutare il rilancio del genere ne decretò la scomparsa quasi definitiva. (mi piacerebbe conoscere il tizio che prese questa decisione per esternargli il mio pensiero). [SM=g27826]
Sta di fatto che sceneggiati molto belli come questo furono
danneggiati dalla compressione in 3 sole puntate.

Veniamo alle curiosità.
Innanzitutto questo sceneggiato è il gemello di Dimenticare Lisa per diversi motivi.
Il primo è che i 2 sceneggiati sono stati girati negli stessi posti.
Infatti la pensione Le Ginestre si trova esattamente a 5m dal baretto
del porto di Seiano dove Peter Goodridge era solito intrattenersi.
Dunque la pensione Le Ginestre non si trova a Castellammare ma a qualche km di distanza cioè come detto alla marina di Seiano. Inoltre:
il garage dove Tim Fraser va a ritirare la macchina è lo stesso dove
Peter Goodridge incontra Lisa. Le riprese mi sembrano addirittura
uguali. In entrambi gli sceneggiati ci sono riprese dall'aereoporto di Capodichino. Gli attori Margherita Sestito, Tonino Cuomo, Franco Angrisano, sono presenti in entrambi gli sceneggiati.
Margherita Sestito fa la barista anche in Traffico d'armi nella pensione Le Ginestre.

Le scene di Traffico d'armi alla marina di Seiano sono state girate prima di quelle di Dimenticare Lisa. Infatti in Dimenticare Lisa la pensione Le Ginestre appare del tutto ristrutturata rispetto a quella abbastanza decadente che si vede in Traffico d'armi.
Evidentemente con i soldi del fitto della pensione ricevuti dalla Rai
e per sfruttare la popolarità ricevuta i proprietari decisero di ristrutturare lo stabile.

Dunque Traffico d'armi nel golfo pur essendo stato mandato in onda
un anno dopo Dimenticare Lisa è stato girato qualche mese prima.

Il villino delle rose si trova in via Nuovo Rione Cappuccini, 3
in S. Agnello di Sorrento da dove si gode di una delle più belle viste
sul mare di questo pianeta. Il nome villino delle rose era inventato.

Lorenza Guerriero anche in questo sceneggiato così come in Michele Strogoff si trova a togliere una benda dagli occhi al suo uomo.

Prossimamente posterò le foto dei luoghi tratti dai 2 sceneggiati a confronto.

Bellissima la musica della sigla finale "Helen" di Dino Siani.

La trama:

L'archeologo inglese Tim Frazer lavora a Pompei da qualche anno, quando nella sua vita arrivano alll'improvviso inganno, mistero e una buona dose di pericolo. Tutto comincia in una pensione di Castellam mare, dove l'amico di vecchia data Harry Denston gli dà appuntamento per restituirgli dei soldi, salvo poi non presentarsi. Al suo posto, il corpo in fin di vita di uno sconosciuto che, prima di morire, mormora una strana parola. L'arrivo di Helen, ex fidanzata di Tim e futura sposa di Harry, complica ulteriormente la faccenda... Leonardo Cortese torna a misurarsi con il giallo senza età di Durbridge, servendosi della star dell'epoca Giancarlo Zanetti, della morbida bellezza di Lorenza Guerrieri e delle languide note di Dino Siani. Un ensemble decisamente vincente, che nel lontano convinse milioni di spettatori.

[SM=x520556]


bgiordy
00venerdì 21 giugno 2013 20:32
Molto bello, ma devo rivederlo con calma durante le ferie per capire bene la trama. Alcuni personaggi hanno un comportamento ambiguo e mi devo essere perso qualche passaggio.
Lucawenz
00domenica 30 giugno 2013 16:30
Il titolo originale dello sceneggiato inglese (e del romanzo che ne fu tratto) è "The World of Tim Frazer". Sia lo sceneggiato inglese che il romanzo risalgono ai primi anni '60, e sono inediti in Italia. L'ambientazione non era a Napoli e dintorni ma in Scozia.
ba1ba2
00domenica 7 luglio 2013 22:15
Inizio con le foto del garage.




Questo è il garage in Dimenticare Lisa! Si nota Lisa dietro il vetro.




Questo è lo stesso garage con la stessa inquadratura in Traffico d'armi nel golfo!

Si vedono Zanetti e la Guerriero che entrano.

[SM=x520488]

C.I.5
00domenica 7 luglio 2013 22:29
garage
ottima comparazione ! [SM=g27811] [SM=g27811]
ba1ba2
00domenica 21 luglio 2013 23:20
ed ecco le foto della pensione Le Ginestre e del Baretto.



La foto è presa da Dimenticare Lisa, si vede infatti Peter Goodridge insieme a Max Finney.

La freccia di sinistra indica la pensione Le Ginestre appena ristrutturata se non addirittura in ristrutturazione.

La freccia di destra indica il baretto.

[SM=x520488]

ba1ba2
00domenica 21 luglio 2013 23:29
adesso confrontiamo le riprese dei luoghi nei 2 sceneggiati.



Questa è la pensione Le Ginestre così come appare in Dimenticare Lisa.

Si nota infatti l'auto di Peeter Goodridge mentre viene riportata a Seiano dai poliziotti.



Questa è invece la stessa inquadratura da Traffico d'armi nel golfo.

Come si può notare il luogo è lo stesso ma la pensione appare decadente

cosi come è nello sceneggiato.

[SM=x520488]



ba1ba2
00domenica 21 luglio 2013 23:33
questa è un' altra istantanea da Dimenticare Lisa



Si nota facilmente che l'inquadratura e la prospettiva del Vesuvio

è la stessa della sigla iniziale di Traffico d'armi nel golfo.

[SM=x520488]

ba1ba2
00domenica 21 luglio 2013 23:47
infine il villino delle Rose.



così è come appare nello sceneggiato.


e quì è come appare oggi.

[SM=x520556]


a.scaglioni
00lunedì 2 settembre 2013 13:32
Salve mi inserisco nel topic perché sono da sempre, o almeno dalla metà degli anni '60 quando ero solo un bambino, un appassionato delle opere di Francis Durbridge.
Ho tutti gli sceneggiati Rai che sono stati editi in cofanetto o DVD e di recente ho visto proprio "Traffico d'armi" e "Poco a Poco" che avevo perso quando vennero trasmessi a causa del lavoro. Devo dire che purtroppo li ho trovati decisamente carenti sia sul piano del ritmo che su quello delle trame troppo stravolte rispetto agli originali. Io ho avuto modo di leggere sia il romanzo "The World of Tim Frazer" basato sullo sceneggiato originale inglese, sia il dramma teatrale "The Gentle Hook" da cui venne tratto "Poco a poco", e le differenze sono enormi.
L'idea di italianizzare le storie di Durbridge, che non aveva nuociuto più di tanto a "Dimenticare Lisa" del 1976, fu un disatro invece per questi due.
"Poco a poco" soprattutto è assolutamente irriconoscibile. Giuseppe D'Agata, autore dell'indimenticabile "Segno del comando", venne incaricato di "milanesizzare" la storia e, mi dispiace dirlo, fece un lavoro terribile, svilendo la vicenda, cancellando letteralmente tutti i colpi di scena tipici dei copioni di Durbridge e appiattendo trama e personaggi al punto da togliere la voglia agli spettatori di seguire il tv movie (perché già non si può parlare più di sceneggiato).
Il resto lo fece la produzione affidando il ruolo della protagonista femminile a Teresa Ann Savoy, starlette nascente del cinema italiano di quegli anni reduce da un paio di commedie pseudo erotiche di successo, del tutto incapace di recitare o anche solo di esprimersi in un italiano accettabile, e quello maschile a Flavio Bucci che diede vita al commissario più annoiato, e annoiante, della storia del giallo tv, cercando poi di "ravvivare" il tutto con l'inserimento di una relazione tra i due assolutamente campata per aria (nel testo di Durbridge non ce n'è traccia)e totalmente inutile alla trama.
Insomma purtroppo non c'è da meravigliarsi se questi due furono le ultime due opere dello scrittore inglese ad apparire alla Rai.
Lucawenz
00lunedì 2 settembre 2013 21:34
Re:
a.scaglioni, 02/09/2013 13:32:

"Poco a poco" soprattutto è assolutamente irriconoscibile. Giuseppe D'Agata, autore dell'indimenticabile "Segno del comando", venne incaricato di "milanesizzare" la storia e, mi dispiace dirlo, fece un lavoro terribile, svilendo la vicenda, cancellando letteralmente tutti i colpi di scena tipici dei copioni di Durbridge e appiattendo trama e personaggi al punto da togliere la voglia agli spettatori di seguire il tv movie (perché già non si può parlare più di sceneggiato).
Il resto lo fece la produzione affidando il ruolo della protagonista femminile a Teresa Ann Savoy, starlette nascente del cinema italiano di quegli anni reduce da un paio di commedie pseudo erotiche di successo, del tutto incapace di recitare o anche solo di esprimersi in un italiano accettabile, e quello maschile a Flavio Bucci che diede vita al commissario più annoiato, e annoiante, della storia del giallo tv, cercando poi di "ravvivare" il tutto con l'inserimento di una relazione tra i due assolutamente campata per aria (nel testo di Durbridge non ce n'è traccia)e totalmente inutile alla trama.
Insomma purtroppo non c'è da meravigliarsi se questi due furono le ultime due opere dello scrittore inglese ad apparire alla Rai.


Pur non avendo visto né letto l'opera originale, concordo quasi su tutto, e infatti avevo scritto cose simili nel post dedicato a "Poco a poco". Dissento in parte su Flavio Bucci, che a mio avviso se la cava abbastanza dignitosamente. [SM=x520501]


a.scaglioni
00martedì 3 settembre 2013 11:15
In effetti, la mia critica non era tanto rivolta a Flavio Bucci che probabilmente si limitò ad interpretare il personaggio così come era stato riscritto da D'Agata, quanto al personaggio stesso, completamente stravolto (come un po' tutto del resto) in questa versione italiana. C'è da dire inoltre che il personaggio del poliziotto nel testo di Durbridge rivestiva tutto sommato un ruolo secondario e non aveva, né intendeva avere, velleità da protagonista.

Comunque molto interessante questo blog che mi permetterà di scambiare pareri con altri appassionati di quei vecchi sceneggiati che quasi tutti sembrano ormai aver dimenticato.
Lucawenz
00martedì 3 settembre 2013 21:43
Re:
a.scaglioni, 03/09/2013 11:15:

In effetti, la mia critica non era tanto rivolta a Flavio Bucci che probabilmente si limitò ad interpretare il personaggio così come era stato riscritto da D'Agata, quanto al personaggio stesso, completamente stravolto (come un po' tutto del resto) in questa versione italiana.


Come ho già scritto nel post relativo, si ha l'impressione che il testo di Durbridge sia stato 'scerbanenchizzato', cioè che gli adattatori abbiano voluto rendere il tutto un po' simile ai lavori di Giorgio Scerbanenco (l'ambientazione milanese, la bassezza di certi personaggi, una certa tristezza di fondo). Operazione molto discutibile, visto che Scerbanenco con Durbridge non c'entra per nulla.


a.scaglioni
00mercoledì 4 settembre 2013 16:30
Sono assolutamente d'accordo. Non so a chi sia venuta l'idea di prendere un giallo di Durbridge per farne una versione alla Scerbanenco, ma è una scelta assolutamente assurda. A quel punto allora tanto valeva trarre un film direttamente da Scerbanenco, lasciando in pace lo scrittore inglese se si riteneva che una sua storia fosse "troppo inglese", come ho letto da qualche parte.
Lucawenz
00mercoledì 4 settembre 2013 22:19
Re:
a.scaglioni, 04/09/2013 16:30:

Sono assolutamente d'accordo. Non so a chi sia venuta l'idea di prendere un giallo di Durbridge per farne una versione alla Scerbanenco, ma è una scelta assolutamente assurda. A quel punto allora tanto valeva trarre un film direttamente da Scerbanenco, lasciando in pace lo scrittore inglese se si riteneva che una sua storia fosse "troppo inglese", come ho letto da qualche parte.


L'anno prima la Rai aveva prodotto "Quattro delitti", scadentissimi adattamenti di quattro racconti di Scerbanenco, due dei quali diretti da Alberto Sironi; altri punti in comune sono la presenza di Renato Scarpa e la sigla di Paolo Conte. Evidentemente hanno voluto restare nella scia dei "Quattro delitti" e, non essendo disponibili altri racconti di Scerbanenco, hanno detto: "Ehi, perché non prendere un lavoro di Durbridge e trasformarlo in uno pseudo-Scerbanenco? Tanto quegli idioti dei telespettatori si bevono tutto"... [SM=g27816] [SM=g27825]


a.scaglioni
00giovedì 5 settembre 2013 16:17
Sì, ricordo di avere visto quei telefilm perché dovetti acquistarli per poter collezionare la serie di DVD "Giallo e Mistero" della Fabbri due o tre anni fa (infatti mi disse il giornalaio che se avessi saltato anche solo un paio di uscite avrebbero sospeso le spedizioni: Queste cose credo che succedano solo in Italia!) Ad ogni modo, visto che li avevo comprati, li guardai. Una noia assurda. Non mi soffermai molto sui nomi dei registi e sicuramente non avevo fatto la connessione con la trasmissione di "Poco a poco", ma ora molte cose cominciano ad avere senso. Mi chiedo solo come un regista evidentemente mediocre come Sironi, firmi oggi con tanto successo l'infinita serie di Montalbano. E' migliorato lui, o è peggiorato il gusto degli spettatori? [SM=g27833]
ba1ba2
00venerdì 6 settembre 2013 20:52
Re:
a.scaglioni, 02/09/2013 13:32:

Salve mi inserisco nel topic perché sono da sempre, o almeno dalla metà degli anni '60 quando ero solo un bambino, un appassionato delle opere di Francis Durbridge.
Ho tutti gli sceneggiati Rai che sono stati editi in cofanetto o DVD e di recente ho visto proprio "Traffico d'armi" e "Poco a Poco" che avevo perso quando vennero trasmessi a causa del lavoro. Devo dire che purtroppo li ho trovati decisamente carenti sia sul piano del ritmo che su quello delle trame troppo stravolte rispetto agli originali. Io ho avuto modo di leggere sia il romanzo "The World of Tim Frazer" basato sullo sceneggiato originale inglese, sia il dramma teatrale "The Gentle Hook" da cui venne tratto "Poco a poco", e le differenze sono enormi.
L'idea di italianizzare le storie di Durbridge, che non aveva nuociuto più di tanto a "Dimenticare Lisa" del 1976, fu un disatro invece per questi due.



credo che la tua delusione scaturisca dal fatto che tu hai letto
prima il romanzo e poi hai visto lo sceneggiato.
Il ritmo dello sceneggiato Traffico d'armi nel golfo
è pressocchè uguale a quello di altri sceneggiati di Durbridge come Dimenticare Lisa.
Anzi, il fatto che sia concentrato in 3 puntate lo
rende anche troppo accelerato nella cadenza degli avvenimenti.
Su Poco a Poco sono daccordo. Lo trovo un prodotto che non può
accostarsi minimamente alle altre trasposizioni televisive di Durbridge.


a.scaglioni
00sabato 7 settembre 2013 12:59
In realtà avevo letto il romanzo molti anni fa. Troppi perché potessi ritenere nella memoria ricordi così netti della trama da potermi influenzare nella visione dello sceneggiato. Quindi ho giudicato l'opera televisiva nel suo insieme, e resto del mio avviso, anche se tendo ad attribuire le "colpe", se vogliamo chiamarle così, dell'inefficacia, almeno secondo me, della storia "italianizzata", più all'intervento sulla sceneggiatura, tradotta dalla brava Franca Cancogni (presenza fissa per anni nelle migliori versioni italiane delle opere di Durbridge sia televisive che radiofoniche), di tale Aurelio Chiesa, di cui non ricordo altre cose, che probabilmente deve averla "ritoccata" un po' troppo. Ho riletto il romanzo di recente, dopo aver visto "Traffico d'armi", e ne ho riportato in pieno le impressioni che avevo avuto in prima battuta. Forse se l'adattamento fosse stato lasciato alla stessa Cancogni come era successo in passato per altri originali televisivi di Durbridge, o affidato al regista Cortese, le cose sarebbero andate meglio.
Lucawenz
00sabato 7 settembre 2013 14:42
Re:
a.scaglioni, 07/09/2013 12:59:

Ho riletto il romanzo di recente


Ma l'hai letto nell'edizione inglese? Non mi risulta sia stato tradotto in italiano. [SM=g27833]


a.scaglioni
00domenica 8 settembre 2013 12:38
Sì, nella versione inglese. Purtroppo della quarantina di romanzi firmati da Durbridge, in Italia ne sono stati pubblicati circa una decina, forse undici, editi quasi tutti tra gli anni '60 e '70 (cioè il momento di massima popolarità dello scrittore nel nostro paese) sul Giallo Mondadori e nei gialli Longanesi. Puoi trovare, se ti interessa, la lista completa sulla pagina wikipedia italiana dedicata a Durbridge.
a.scaglioni
00domenica 8 settembre 2013 12:53
Mi correggo sono appena andato a controllare. Sono una quindicina i romanzi di Durbridge pubblicati in italiano.
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