Ryoga.
00domenica 30 aprile 2006 11:16

Fra i diversi resti archeologici della Penisola Iberica, si distingue il giacimento archeologico di Tiermes, in Montejo di Tiermes, Soria ( Comunitá autonoma di Castilla e Leon, Spagna). Verso la metá degli anni '30, l´archeologo spagnolo Blas Taracena effettua scavi sistematici nel giacimento e definisce Tiermes “la Pompei spagnola”.

Al di lá di facili luoghi comuni, quello che é certo é che i resti dell´antico oppidum iberocelta e della cittá romana sono uno dei piú interessanti giacimenti archeologici spagnoli, tanto per il ricercatore come per il visitante.

Porte, finestre, scale, case, strade e stradine,... I resti della cittá di Tiermes hanno resistito ai secoli perché sono parzialmente intagliati nella roccia arenisca.

La gran quantitá di sedimenti e detriti accumulati hanno permesso a numerose strutture urbane di resistere durante 20 secoli, e oggi possiamo cominciare a conoscerle.

Inoltre la luce e la natura agreste della Sierra Pela, aggregano a una cittá perduta fra gli eremi soriani, tra precipizi e vallate sorvolate da avvoltoi, un alito di permanente solitudine.

Dagli anni ´60 gli scavi di Ortego e Zozaya e, dal 1975 al 1998 i lavori sistematici di José Luis Argente Oliver, hanno cominciato a portare alla luce una parte importante del giacimento; dall'anno 2001 il giacimento é studiato da Santiago Martínez Caballero, direttore degli scavi di Tiermes, sotto gli auspici della Giunta di Castilla y León con la collaborazione economica della Associazione degli Amici del Museo di Tiermes e l´appoggio personale dei soci.

In settembre del 2003 la Commissione Europea ha approvato il progetto LIFE TIERMES 2003 – 2006, diretto da Santiago Martínez Caballero che sta sviluppando le strategie di ricerca, la preservazione e rivalutazione del giacimento archeologico di Tiermes e dintorni.

Dati storici di Tiermes

Le prime notizie storiche relative a Tiermes non le troviamo nei documenti classici, che sono scarsi e poco espliciti; e oltretutto abbastanza posteriori ai fatti commentati.

Tolomeo include Tiermes fra le cittá arevache (arevacus). Appiano la indica come una delle popolazioni importanti nelle guerre celto iberiche (153-133 a:C) e afferma che nel 98 a.C. il console Tito Didio sottomesse la cittá e obbligó i suoi abitanti a trasferirsi nella pianura, proibendo cintare di mura l´insediamento.

Con questi scarsi dati, insieme ad altre informazioni che ci danno Diodoro di Sicilia, Posidonio, Tito Livio, Tacito, Plinio ed altri possiamo definire Tiermes come una cittá arevaca opposta a Roma nel contesto storico generale della conquista e romanizzazione della Iberia celtica in Spagna.

Con la pacificazione della Meseta a metá del I secolo a.C., Tiermes venne ascritta al Convento Giuridico di Clunia. La cittá assunse importanza fino a convertirsi, durante il I secolo d.C., forse sotto Giulio Claudio, in municipio romano (Termes) Lo splendore urbano di Tiermes aumentó durante l´alto impero come testimoniano le costruzioni dei suoi edifici pubblici che si sono conservate. (Foro, Macello, Aqcuedotto, il cosí chiamato Castellum Aquae Terma...)

Con la crisi del III secolo, la cittá fu circondata da mura e ridusse il suo perímetro; durante il basso impero mantenne una certa attivitá e, verso il VI o VII secolo una parte del suo perimetro fu il centro di un insediamento visigoto, come testimoniano le sepolture di questo periodo trovate nel Foro, allora giá abbandonato, e i resti di un edificio di culto dell´epoca, del quale restano dei frammenti decorativi riutilizzati.

All´ epoca della invasione islamica, Tiermes fu zona di frontiera, tra cristiani e mussulmani, sull´alto Duero, insicura e poco popolata

A partire dal XIIº secolo d.C. e dopo la definitiva conquista della zona, Tiermes non poté ricuperare il suo antico ruolo di capitale dell´area al sud del Duero. Perse tutta la sua importanza, divenne un semplice villaggio, con chiesa e monastero, dipendente dall´importante núcleo di popolazione della zona, la cittadina di Caracena.

Dall´inizio del XVIº secolo la chiesa di Tiermes si trasformó in un Eremo (Santuario), giá che la popolazione rimasta si era trasferita in altri nuclei di maggior interesse agricolo e di allevamento.

La unica importanza capitale che conservó la antica Tiermes fu la religiosa, giá che il suo eremo (santuario) era il principale luogo di culto della zona dove si celebravano ogni anno, fino ad oggi, due pellegrinaggi, in maggio e in ottobre, dedicati a Nostra Signora di Tiermes (immagine romanica originale nel Museo della Cattedrale di El Burgo di Osama)

Ricerche su Tiermes

Eruditi e storicici fino al XIXº secolo.

Le ricerche nella zona ibero celtica e romana di Tiermes non iniziano in forma scientífica fino all´arrivo al giacimento di Nicolás Rabal, nel 1888. Ció nonostante, tra la fine del XVº secolo, momento in cui si conoscono gli ultimi dati sulla popolazione di Tiermes, e la fine del XIX secolo, diversi autori, in studi di diversa indole (erudita, artistica, statistica, demografica, encilopedica) alludono alla presenza, nel luogo delle rovine, di una importante popolazione che identificano immediatamente con quella di Tiermes delle fonti classiche (Tito Livio, Appiano, Diodoro Siculo, Floro, Sallustio, Tacito, Tolomeo, Plinio, Nonnio Marcello), cittá indígena conquistata nel 98 a.C. dal console Tito Didio e poi trasformata in municipio romano.

Questi autori (Ambrosio de Morales, Mariana, Floréz Madoz, Loperráez, Lafuente, Masdeu, Ceán Bermúdez, Cortés y López, etc.) vincolano la presenza di imponenti rovine con la esistenza della antica cittá romana, della quale si vedevano, allora, alcune costruzioni, appoggiate sulla antica popolazione conquistata da Roma.

Ció nonostante, si continua a utilizzare il posto come zona di estrazione di materiali per la costruzione per le popolazioni della regione (Montejo, Liceras, Carrascosa, Retortillo, etc.), sorte durante il Medio Evo, che comportarono la spoliazione di Tiermes fino alla fine del XIX secolo. Per esempio, la scoperta delle trullae (pentolino o mestolo) d´argento nel 1885 insieme ai resti della muraglia basso imperiale (oggi si trovano alla Hispanic Society of America, New York) diede occasione a una “sfrenata caccia al tesoro” da parte della popolazione locale, con il conseguente deterioramento del posto. Inoltre dei resti archeologici importanti sono stati spezzati per essere riutilizzati come materiale di costruzione (come la epigrafe funeraria di Pompeo Placido, oggi sulla facciata di una casa di Carrascosa).

Secolo XIX-1930.

Con l´importante storico, scrittore e erudito soriano Nicolás Rabal, si puó stabilire l´inizio della ricerca scentifica a Tiermes. Dopo il viaggio realizzato nella zona nel 1887, fa una prima descrizione del posto, apportando dati geografici, urbanistici, topografici, e la distinzione tra una popolazione iberoceltica e una romana. É il punto di partenza per iniziare, a principio del XX secolo, il primo intervento diretto nel giacimento.

Dopo una campagna realizzata dal Conte Romanones nel 1909, con lo scopo di portare alla luce i resti di costruzioni della zona del Foro e nelle terme, mediante scavi con scarsa base scientifica, piú di carattere esplorativo, nel 1910 e 11 si affida a Narciso Sentenach, l´incarico di effettuare un intervento piú amplio nel giacimento. Si lavora nel Foro (area del tempio imperiale) e cominciano a venire alla luce i resti di grandi edifici, con i loro elementi costruttivi (colonne, architravi, etc.), come pure interessanti materiali, come sculture in bronzo (dignitario locale, statua equestre, Apollo,...) che confermano a questo ricercatore la importanza storica e archeologica della antica Tiermes. Nelle sue publicazioni insiste in un carattere descrittivo e interpretativo delle rovine, ampliando gli appunti storici e la preoccupazione di identificazione e differenziamento tra gli elementi indigeni e quelli propiamente romani.

Ignacio Calvo nel 1913 prosegue gli scavi nella stessa zona, ampliando le nozioni archeologiche, e indagando con maggior profonditá sulla fase medievale del giacimento.
I materiali provenienti dagli scavi di Romanones, Sentenach e Calvo sono stati portati al Museo Archeologico Nazionale, dove oggi sono in parte esposti.

Tiermes é motivo di attenzione anche per Schulten, che stava investigando in Numanzia, nonostante l´archeologo tedesco non abbia mai lavorato a Tiermes, visitó il posto e nel suo studio analiza e interpreta lo sviluppo storico e i resti archeologici di Tiermes.

1930-1970

Con Blas Taracena, allora direttore del Museo Numantino, inizia una nuova tappa di ricerche, giá che realiza un lavoro di sintesi, con maggior base scentifica, propiamente archeologica, e comincia uno studio sistematico della zona. Negli anni '30 e '40 esegue vari scavi a Tiermes, da questi risultati estrae nuove conclusioni sulla fase evolutiva della cittá, sulla distribuzione urbanistica e sulle caratteristiche dei principali edifici, segnalando, per la prima volta, la peculiaritá della técnica rupestre utilizzata nel disegno e nella esecuzione di numerose costruzioni ibero celtiche e romane.

La originalitá e monumentalitá della architettura rupestre e la sua straordinaria conservazione in altezza, in vari edifici di Tiermes, fanno che Taracena definisca la cittá come la “Pompei spagnola” .
Taracena riunisce anche informazioni e opinioni emesse fino ad allora da altri autori, e si interessa pure del territorio come elemento chiave per capire lo sviluppo storico della cittá.

Giá negli anni ´60 l´archeologo soriano Teógenes Ortego, prosegue gli scavi, ampliando la conoscenza di Tiermes, aportando nuovi dati per la interpretazione del suo sviluppo. Sará il primo autore a pubblicare una guida del giacimento. Durante gli anni 1940-1970 autori come Dórs, Nieto o García y Bellido si interessano a particolari aspetti di Tiermes, la cui pubblicazione proietta il giacimento nella ricerca archeologica nazionale.

1975-2004.

A partire dagli anni '70 gli interventi in Tiermes vengono realizzati con la applicazione di una metodología archeologica secondo le nuove linee di lavoro che, in questo periodo, si stanno sviluppando in funzione del rinnovamento che si sta producendo nella archeologia europea in base alla nuova corrente di pensiero e metodologia, principalmente anglosassone e italiana. Prima con gli scavi puntuali di Juan Zozaya nell´area del Foro nel 1971, e piú direttamente con il progetto sistematico cominciato nel 1975 per la cittá romana da José Luis Argente.
I diversi lavori e ricordi sorti da questa nuova tappa suppongono un completo rinnovamento delle conoscenze di Tiermes, tanto per la esplorazione di ampie zone archeologiche, come per la interpretazione dello sviluppo e evoluzione di Tiermes tra la etá del bronzo e la tappa medievale

José Luis Argente Oliver dirigerá i lavori archeologici a Tiermes, in un primo tempo con altri archeologi che lavoreranno in diferenti zone del giacimento, poi da solo fino alla sua morte, nel 1998, con un progetto sistematico di intervento. Giá ci si sta interesando per presentare al grande pubblico i risultati, con numerose publicazioni e con la valorizzazione dei complessi architettonici che poco a poco vengono alla luce.

Lo sforzo di Argente ha un punto di inflessione nel 1986, quando l´amministrazione sapendo del lavoro che si stava realizando e dell´importanza archeologica e monumentale di Tiermes, costruisce gli edifici per il Museo Monográfico di Tiermes, come elemento chiave per la diffusione sul posto e come infrastruttura necesaria per i lavori che si stavano realizando. Questo fa di Tierme uno dei centri archeologici spagnoli meglio attrezzati per sostenere i lavori di ricerca, protezione e diffusione, lavori che spiegano la attivitá di un enclave archeologico attivo. Buona parte delle strutture archeologiche attualmente visibili, la maggior parte delle quali sono aperte al pubblico, sono il risultato dello sforzo di questo instancabile ricercatore che tanto ha fatto per dare impulso alla provincia di Soria dalla torre (osservatorio) del Museo Numantino, e, per l´arricchimento culturale dei suoi abitanti, come risultato dei suoi studi. l´Acquedotto, il Foro, le mura, la Casa dell´Acquedotto, il Blocco rupestre del sud, la grada rupestre, le strade della cittá, ecc. sono stati oggetto delle sue molteplici attenzioni.

Negli anni '70 e '80, insieme ad Argente lavora Carlos de la Casa, che dirige gli scavi dell´insediamento medievale, con interventi alla necropoli vicino al santuario (eremo). Con i risultati di questi scavi si comincia ad includere Tiermes nella bibliografía archeologica spagnola. Finora non le era stata data maggior importanza, nonostante la imponente presenza del santuario (eremo) del XII secolo nel centro del giacimento archeologico, testimonio della trasformazione della cittá di Tiermes, nel medio evo, in un piccolo borgo dipendente dalla cittá di Caracena.
Nello studio della Tiermes medievale si distinguono anche i lavori di Manuela Doménech, nella necropoli rupestre del fiume e quelli di Elías Terés, oggi direttore del Museo Numentino, nell´insediamento medievale vicino al santuario (eremo)

In quell´epoca a Tiermes si sono realizzati anche dei lavori di scavo effettuati da altri ricercatori come, Alfredo Jimeno (1975-1976) interessato alla fase pre- romana nella zona centrale del giacimento: il profesor Victor Fernández (1979-1980) dell´Universitá Complutense di Madrid, nelle mura; José María Izquierdo (1981-1984), nel tempio del Foro; E. Dohijo e J. Morales (1999) con la conclusione degli scavi di Argente dopo la sua morte.

Tiermes, oggi

Il supporto amministrativo attuale, delle ricerche a Tiermes, si basa sulle direttrici marcate dalla amministrazione competente del patrimonio, la Giunta di Castilla y Leon, con la sua dichiarazione dei Beni di interesse culturale del posto del 1994; che questo supone, nella relazione ricerca/protezione, e il punto di partenza che segnaló nel 1966 la approvazione del Piano Direttivo del Giacimento, un progetto a lungo termine.

In quanto alla ricerca archeologica attuale, diretta da Santiago Martínez Caballero, conforme alla realizzazione del Progetto LIFE Tiermes e agli accordi delle direttive della Giunta di Castilla y Leon, si concentra in punti come il Foro, dove bisogna chiarire aspetti archeologici e storici per portare a termine, nella prospettiva della diffusione, un rinnovamento nella presentazione al pubblico del giacimento, che renda socialmente reddituabili le amplie potenzialitá del posto. Sul piano strettamente scientífico, bisognerá analizzare e trarre nuove conclusioni riguardo allo sviluppo storico della cittá, del suo territorio e alla complessa relazione archeologica fra una cittá ibero celta e una monumentale cittá romana, quando, nella archeologia attuale spagnola e europea, sorgano nuove teorie per la valutazione e interpretazione dei dati archeologici in questo contesto storico-culturale.

La “equipe” attuale, integrata da gran parte dei collaboratori delle ultime “equipe” di Argente, con queste prospettive pretende apportare altre visioni di questo giacimento, naturalmente fondate sui grandi sforzi realizzati durante un secolo da questo elenco di ricercatori, e sostenute dalla incorporazione di nuovi dati e diverse impostazioni metodologiche e epistemologiche della archeologia attuale.

Scavi arqueologici di Tiermes 1909-2004

• Conde Romanones: Foro, Terme 1909
• Narciso Sentenach: Foro 1910-1911
• Ignacio Calvo: Foro 1913
• Blas Taracena: Varie zone Anni 30 - 40
• Teógenes Ortego: Varie zone Anni 60-70
• Juan Zozaya: Foro 1971
• José Luis Argente: Foro, Zona del Foro, Mura, Acquedotto, Casa del Acquedotto, Insieme rupestre, Grada rupestre, Necropoli ibero celta de Carratiermes, Necropoli visigota, 1975-1998
• Carlos de la Casa: Necropoli eremo (santuario) 1975-1985
• Alfredo Jimeno: Zona del Foro 1975-1976
• Elías Terés: Insediamento medievale 1981-1982
• Manuela Doménech: Necropoli eremo /santuario) 1981-1982
• Víctor Fernández: Mura 1979-1980
• José María Izquierdo: Foro 1981-1984
• Eusebio Gutierrez Dohijo y Javier Rodríguez: Foro 1999
• Santiago Martínez Caballero y Alberto Bescós Casa: acquedotto, Foro 2000-2001
• Santiago Martínez Caballero y Alberto Bescós: Foro 2002-2003
• Santiago Martínez Caballero (Proyecto LIFE): Foro 2004-(2006)



Ryoga.
00domenica 30 aprile 2006 11:19
link

vabbè dal 3 al 31 agosto ci vado a fare gli scavi... era solo per dire questo [SM=x48734] [SM=x48734] [SM=x48734]























ps: adesso devo trovare un treno che mi porti a Madrid...
Enrico Cortoba
00domenica 30 aprile 2006 11:41
Re:

Scritto da: Ryoga. 30/04/2006 11.19
link

vabbè dal 3 al 31 agosto ci vado a fare gli scavi... era solo per dire questo [SM=x48734] [SM=x48734] [SM=x48734]























ps: adesso devo trovare un treno che mi porti a Madrid...




28 giorni con pala e piccone?Senti se a luglio hai un po' di tempo che ne diresti di sistemarmi il giardino?
Ryoga.
00domenica 30 aprile 2006 14:19
Re: Re:

Scritto da: Enrico Cortoba 30/04/2006 11.41



28 giorni con pala e piccone?Senti se a luglio hai un po' di tempo che ne diresti di sistemarmi il giardino?



tutti le stesse cose me dite...
non c'ho solo pala e piccone... c'ho anche cariola, paletta, secchiello e spazzoletta [SM=g27823] [SM=g27823]
Numero6
00domenica 30 aprile 2006 15:19
Re: Re: Re:

Scritto da: Ryoga. 30/04/2006 14.19


tutti le stesse cose me dite...
non c'ho solo pala e piccone... c'ho anche cariola, paletta, secchiello e spazzoletta [SM=g27823] [SM=g27823]

Cavolo, non potevi farlo l'anno scorso? Mi avresti aiutato a riordinare il garage, che era pieno di oggetti coetanei di Tiermes... [SM=g27823]
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