La vita di un ragazzo normale in una famiglia un po’ speciale.
Non è vero che sono cresciuto a pane e politica. Ho avuto un’infanzia e un’adolescenza simile a quelle di tantissimi altri. La scuola, il calcio e come tanti la motocicletta, gli amici, il paese, i viaggi.
E’ vero che andavo in giro con mio padre, che lo seguivo in qualcuno dei suoi impegni. Che il mio futuro potesse essere la politica l’ho pensato solo quando lui è scomparso, quando è venuto meno un punto di riferimento per le aspirazioni di tanti pugliesi, quando si è trattato di non disperdere un immenso patrimonio di esperienza amministrativa e di relazioni umane e politiche.
Sono diventato consigliere regionale nell’estate del 1990. Il Muro di Berlino era appena caduto e cominciavano i primi sbarchi di immigrati dalla grande catastrofe dell’Est. Il mondo non era più diviso in blocchi. Consigliere, poi assessore, poi ancora vicepresidente. Apprendistato all’amministrazione e una laurea in legge per acquisire un patrimonio di conoscenza anche tecnico giuridiche. Includerei anche l’esperienza di parlamentare europeo. Tutt’altro che una digressione ma un’esperienza complementare a quella regionale che ho fatto negli anni dell’immediato dopo-Mastricht, nella fase preparatoria alla adozione dell’euro e nella quale si ponevano le basi dell’allargamento dell’Europa.
All’inizio la mia carriera politica poteva anche essere immaginata come la normale carriera di un cattolico democratico, una carriera democristiana.
Cambiano le sigle ma i valori restano, soprattutto quelli del moderatismo politico che hanno garantito all’Italia l’ininterrotto sviluppo del dopoguerra.
Sono diventato Presidente della Regione a trent’anni. Più che un record un’opportunità. Quella di avere la forza per affrontare e portare a termine una delle più difficili operazioni di risanamento amministrativo mai tentate nel nostro Paese.
Troppo in poco tempo? E’ possibile. Ma non sempre il che cosa e il quando siamo noi a sceglierlo. Il federalismo e la globalizzazione non fanno sconti a nessuno e ancor meno alla mia generazione che ha dovuto assumersi la responsabilità di più di una transizione e, ancor più, quella di costruire le condizioni per una Puglia che, in Italia e in Europa, ha le carte in regola per costruire serenamente il proprio futuro.
A chi chiedeva politici più giovani, rispondo chiedendo un parere su forse l'unico (
) politico vero di forza italia