Va bene ci riprovo.. però ok mi adatto, ma la questione sarebbe da risolvere..anche perchè non è che non voglio adattarmi, ma a volte mi dimentico..
E non i nostri admin per carità ma l'amministrazione ffz!
Torno IT e dico che sono un po' impreparata nel senso che avevo scritto la leggenda per introdurre il discorso rune, fare magari un'analisi, vedere bene il significato della divinazione, come si usano in altri modi, i talismani ecc ecc
Ma ammetto che il Marchese inizia sempre discorsi interessanti per cui va bene.
Ora la frase "su quell'albero che nessuno conosce dove dalle radici s'innalzi"
non dice nulla sul tipo di albero al quale Odino venne sacrificato.
Umh si ma c'è un motivo (a parte che io su ogni libro ho trovato sempre frassino forse però perchè era sacro alle popolazioni):
"Io so che esiste un frassino chiamato Yggdrasill, un alto albero, bagnato di bianca brina; di là derivano le rugiade che cadono nelle valli, e sempre verde sta presso la fonte di Urdhr" (Volüspa, 19).
Così recita nel poema nordico Edda l'indovina interrogata da Odino sul destino del mondo.
Ora però prima di approfiìondire andrei al resto.
Alla similitudine e dico che se mi siparla di alberi prima di qualsiasi altra cosa
penso all'albero della vita quello delle sephirot.
L'albero di Natale credo sia nato moltissimi anni dopo la leggenda di Odino circa nel 1605 quando gli alsaziani solevano collocare, per Natale, nelle varie stanze della casa piccoli abeti addobbati con fiori di carta, oggetti fatti con zucchero e frutta.
La tradizione dell'albero risale però ancora più indietro. Dallo studio dei rituali del folclore europeo sappiamo, infatti, che entro i confini dell'Impero germanico erano assai diffuse le Sacre rappresentazioni di Adamo ed Eva: il 24 dicembre, giorno in cui il calendario cristiano commemora i progenitori biblici, si allestiva nelle chiese una rappresentazione, con tanto di scenario, in cui Adamo, ormai giunto all'età di 932 anni e sentendosi vicino alla morte, invia il figlio Seth alla ricerca del Paradiso terrestre. Seth vi giunge e riporta tre semi che, sparsi sulla tomba del padre, nel frattempo morto, fanno spuntare uno strano albero che ha miracolosamente in sé le caratteristiche del pino, del cedro e del cipresso. La rappresentazione si concludeva con l'arrivo sulla scena di un centurione romano che dal legno di quello stesso albero fabbrica la croce. Questo gesto simbolico fa comprendere come i medievali avvertissero una continuità fra il primo Adamo e il Cristo-secondo Adamo. Ecco come il mito diventava storia sacra. L'assimilazione dell'albero di Natale all'Albero della Vita, piantato al centro del Paradiso terrestre, non è però un frutto della fantasia popolare, ma del cristianesimo dei primi secoli. Per gli antichi Padri della Chiesa la Croce era difatti l'"albero immortale" piantato al centro del mondo, là dove Adamo era stato sepolto: "il Cristo è l'Albero della Vita", scriveva sant'Ambrogio (De Isaac et anima, 5,43), mentre san Cipriano (Hymnus de Pascha) vedeva nella croce una specie di albero che sale fino al Cielo e fa scaturire dalle sue radici una meravigliosa fonte. L'albero di Natale rievoca dunque l'idea dell'immortalità espressa miticamente dall'Albero della Vita, ma - più inconsapevolmente - rievoca un archetipo sognato dalla fantasia religiosa di molti popoli: l'Albero cosmico.
l'Albero cosmico simboleggia l'eternità del cosmo, la sua origine divina: è l'immagine della vita che si rigenera, il simbolo della "via" di ascesa al Divino. Questa è l'idea che spiega la sacralità dell'Albero cosmico presso civiltà assai remote e lontane fra loro.
Yggdrasill (appunto l'albero sacro a Odino)è il simbolo dell'Universo: si leva al centro di esso, la sua cima tocca la dimora degli dèi (Asgardh), mentre i suoi rami abbracciano il mondo terrestre (Midhgardh). Alle sue radici, che affondano nel mondo divino, nel regno dei giganti e nell'aldilà si trovano alcune fonti. Presso la fonte di Urdhr, che è la fonte del destino, della purezza delle origini e della giovinezza, si trovano le Norne, le quali hanno il compito di aspergere d'acqua il frassino e di filare il destino degli umani e degli eroi. Più oltre si trova la fonte del saggio gigante Mimir, la cui acqua (in realtà, idromele) concede a chi ne beve la memoria spirituale e la scienza di tutte le cose.
Ma la presenza dell'albero cosmico comunque è presente praticamente in tutte le tradizioni:
singolare è l'immagine indiana dell'Albero cosmico. "Questo eterno Asvattha in alto leva le radici e in basso volge i rami: esso è lo splendore, è il Divino (brahman). E' anche chiamato ambrosia: su di esso si fondano tutti i mondi e nulla è più alto di lui", si legge nella Katha-Upanishad (II,6,1). L'Asvattha eterno - identificato con l'albero Ficus religiosa - era un tempo venerato dagli hindu come una divinità: chi in terra si sedeva alla sua ombra si diceva acquistasse il ricordo delle vite precedenti e la capacità di comprendere il linguaggio degli animali. Oltre che dagli hindu quest'albero è venerato dai buddhisti, che in esso vedono il simbolo stesso dell'Albero dell'Illuminazione, ai piedi del quale il principe Siddhârtha, dopo prolungata ascesi, divenne appunto il Buddha, lo Svegliato.
Nell'Eurasia il simbolo dell'Albero cosmico riaffora nella betulla, sacra allo sciamanesimo siberiano, nell'Asvattha, l'"albero capovolto" degli antichi Indiani, nel frassino Yggdrasill degli antichi Germani.
Secondo una tradizione cinese l'albero Chien-mu (Legno diritto) è al centro del mondo e lungo di esso ascendono i sovrani per accordare fra loro Cielo e Terra; nell'antico Egitto l'Albero sacro per eccellenza è Nehet, il sicomoro, "sui cui rami abitano gli dèi", come si legge nei Testi delle Piramidi, ma più spesso tale Albero era per gli Egizi simboleggiato da Djed, la colonna sacra munita di quattro capitelli, ritenuta a sua volta simbolo della colonna vertebrale. In America l'immagine dell'Albero cosmico ritorna nell'uso sioux di piantare un albero al centro dello spazio riservato alla danza del Sole, oppure, nella civiltà azteca, come emblema di Quetzalcòatl, il "Serpente piumato", dio supremo ed eroe capostipite degli Aztechi, nonché simbolo solare della divinizzazione dell'uomo.
La presenza del simbolo dell'Albero cosmico nelle più diverse tradizioni ci fa pensare che esso abbia un'origine molto antica e che sia nato ben oltre gli albori della storia c'è chi dice addirittura in quella civiltà atlantidea, dalle cui propaggini son derivate le civiltà del terzo millennio a.C.