La morte

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Claudio Cava
00venerdì 8 aprile 2005 01:39

Morte

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il termine Morte si riferisce sia alla cessazione della vita di un organismo vivente, sia allo stato di quell'organismo conseguente a tale evento.

Biologicamente, la morte può riguardare un intero organismo o soltanto alcune sue parti; per esempio è possibile che alcuni organi o alcune cellule muoiano ma che l'organismo nel suo complesso continui a vivere, e infatti moltissime cellule degli organismi viventi muoiono e vengono rimpiazzate continuamente: viceversa, le singole cellule possono vivere per un certo tempo dopo la morte dell'organismo cui appartengono, rendendo possibile l'espianto di organi e il loro trapianto.

Una caratteristica della morte spesso citata come fondamentale è la sua irreversibilità: non è possibile riportare in vita un organismo morto, e se un organismo è vivo, questo vuol dire che non è mai morto prima, anche se poteva sembrare così. Esistono credenze religiose, tuttavia, che non considerano la morte un fatto irreversibile e contemplano la possibilità di una resurrezione, corporea o spirituale.

Alcuni biologi ipotizzano che la funzione della morte sia quella di permettere l'evoluzione, ovvero di consentire l'alimentazione di altri esseri viventi, più spesso di specie diversa, dai quali sono predati in vita (caccia) o dopo la morte (decomposizione).

La morte nell'uomo

Il tipo di morte di gran lunga più importante agli occhi del genere umano è, ovviamente, la morte degli esseri umani.

Accertamento del decesso

Per motivi di intuibile gravità, è molto importante poter stabilire con precisione il momento esatto della morte, sia per poter stilare correttamente il certificato di morte con l'ora esatta del decesso, sia per le conseguenze civili e sociali del decesso, ad esempio per sapere con sicurezza quando (e se) eseguire le volontà testamentarie del defunto. Per molte altre occorrenze è cruciale poter sapere se si è in presenza di una persona viva o di un cadavere e comportarsi di conseguenza. In particolare ai nostri tempi è estremamente importante poter individuare il momento esatto della morte di un potenziale donatore di organi, poiché è fondamentale prelevare gli organi da trapiantare il prima possibile.

Storicamente, il momento della morte era in passato identificato con il momento dell'arresto sia del battito cardiaco che della respirazione, ma la nascita delle tecniche di rianimazione cardiopolmonare e dei primi defibrillatori misero in crisi questa definizione: o la definizione non era corretta, oppure - non del tutto freddamente si chiosava - si era in presenza di tecniche capaci di resuscitare i morti.

Ovviamente si scelse di considerare scorretta la definizione tradizionale (oggi nota come morte clinica) e si sviluppò il concetto di morte cerebrale o "morte biologica" come nuova definizione: una persona è considerata morta quando cessa definitivamente anche l'attività elettrica nel suo cervello. Si presume infatti che la mancanza di attività elettrica stia a significare la fine della coscienza; alcuni fisiologi sono del parere che solo l'attività elettrica nella neocorteccia sia legata alla coscienza e quindi sostengono che solo tale attività dovrebbe essere presa in considerazione nella diagnosi di morte cerebrale. Tuttavia la diagnosi di morte cerebrale può essere difficoltosa: a volte le apparecchiature elettroencefalografiche possono captare disturbi e mostrare attività elettrica quando invece non c'è; altre volte l'attività cerebrale è tanto debole che l'EEG non riesce a rilevarla. Per questo, in molti ospedali la procedura di diagnosi di morte cerebrale è molto complessa e prevede diversi EEG presi a lunghi intervalli di tempo l'uno dall'altro. Per questo motivo, quasi ovunque nel mondo è stata adottata la definizione più conservativa che prende in considerazione l'attività elettrica dell'intero cervello (per esempio nello Uniform Definition of Death Act negli Stati Uniti).

I sepolti vivi

La storia medica riporta molti aneddoti di persone dichiarate morte dai medici e ritornate in vita ore o giorni dopo, a volte dentro la loro bara o poco prima di essere imbalsamate.

Le storie di persone sepolte vive portarono almeno un inventore, ai primi del XX secolo, a brevettare un sistema d'allarme che poteva essere azionato da dentro la bara.

Va detto che tali storie si originano al più, non senza un insopprimibile contorno di macabro favolismo, in occasione della riesumazione di salme ritrovate in posture scomposte, senza spesso ricordare gli effetti del rigor. Ma è vero invece che si avevano effettivi risvegli dopo morte apparente, spesso a seguito di coma etilico e non sempre questi risvegli intervenivano prima della sepoltura.

L'incertezza della morte

A causa di queste difficoltà nello stabilire con certezza la morte, quasi tutte le legislazioni del mondo prevedono che debba intercorrere un dato intervallo di tempo di sicurezza (in genere non meno di 24 ore) prima di poter deporre la salma nella bara; per gli stessi motivi un soccorritore, anche se ben addestrato ed esperto nel pronto soccorso, non è considerato competente a stabilire la morte di una persona se non quando questa sia assolutamente ovvia, come nel caso di decapitazioni o di gravissimi danni al tronco.

Vale anche la pena di segnalare che, stante l'incertezza sul concetto stesso di morte, questa potrebbe non avvenire in un momento "istantaneo" esatto, ma essere un processo che si svolge durante un certo lasso di tempo, rendendo il concetto di "momento esatto della morte" privo di significato.

Cosa accade agli esseri umani dopo la morte?

La seconda domanda che ci si pone di fronte alla morte è cosa accada poi, una volta morti, ai singoli defunti, dal momento che notizie scientificamente certe non se ne hanno.

La morte nelle religioni

Le credenze in una vita dopo la morte, di un aldilà, sono molto diffuse e molto antiche. Per molte persone, credere nell'aldilà ed ottenere informazioni su di esso rappresenta una consolazione per la morte dei propri cari e per la non meglio rassicurante prospettiva della propria; d'altra parte, la paura dell'inferno e/o di altre conseguenze negative può aumentare il timore nei confronti della morte.

Le meditazioni umane riguardo la morte sono state un fondamento importante nello sviluppo delle religioni organizzate.

Il rispetto della morte

Molti antropologi ritengono che le sepolture di Homo neanderthalensis, con i corpi ornati sepolti in tombe scavate con cura e ornate di fiori siano la testimonianza di una primordiale fede nell'aldilà. Alcuni volgono queste tesi alla considerazione che il rispetto per i defunti e per la morte (più o meno allegorizzata) sia geneticamente istintivo all'uomo, tuttora perpetuatosi presso tutte le genti ed a tutte le latitudini.

Per la maggior parte delle persone, l'esistenza o meno di un aldilà è ancora questione di fede, ma esiste una sempre maggior quantità di studi sull'argomento.

Il processo fisiologico della morte

Dopo la morte, nel corpo umano (ormai cadavere) si verificano una serie di trasformazioni: prima l'algor mortis, poi il rigor mortis ed il livor mortis; la decomposizione della salma, in realtà, inizia immediatamente dopo l'arresto della circolazione sanguigna e quindi dell'ossigenazione, sebbene i suoi effetti più evidenti si manifestino per ultimi.

Le procedure sociali conseguenti al decesso

Il corpo del defunto viene generalmente deposto in una bara; nella quasi totalità delle culture, viene celebrata una cerimonia commemorativa detta funerale, durante o poco dopo la quale la bara è inumata in una tomba (che può essere un loculo in un edificio cimiteriale o più tradizionalmente una fossa scavata nel terreno); la salma può anche essere cremata, in questo caso presso taluni popoli se ne conservano le ceneri, mentre presso altri si disperdono in corsi d'acqua o nel mare. Le diverse culture hanno riti e usanze diversi per rendere ossequio ai loro defunti.

La conservazione delle salme
Le tombe si trovano generalmente accorpate in terreni civici destinati a tale scopo, detti cimiteri, ove il necroforo si occupa poi materialmente della sepoltura e delle altre operazioni tecniche e pratiche riguardanti le salme.

I cimiteri sono generalmente rispettati come luoghi sacri.

Allegorie della morte

La morte è anche una figura mitologica molto popolare, che esiste ed è sempre esistita in una forma o nell'altra in tutte le culture umane fin dall'inizio della tradizione orale.

L'immagine simbolica occidentale della morte è in genere un sinistro mietitore (di presunto sesso femminile): uno scheletro vestito di un saio nero, che impugna una falce. Come tale, è ritratta anche in una carta dei tarocchi e similmente appare in molti film e serie televisive.

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