*Il Cavaliere entra in Cattedrale portando indosso la candida tunica che l'ha accompagna in questi giorni tra le genti della Capitale.
Il visto è stanco e il vestiario consunto, segno che ben poca pace hanno portato le notti passate col popolo.
La notizia da poco appresa non ha di certo alleviato il peso sul suo cuore, ma la determinazione nel suo operato rimane pressocchè immutata.
Raggiunto il fondo della navata, poggia la sua spada in terra e si inginocchia di fronte ad essa, giungendo le mani in preghiera*
Oh Padre Luminoso.
Il tuo servo è qui, ancora una volta ad implorare la tua redenzione per le anime perse in questa insulsa guerra.
Abbiamo perso una delle cose più importanti, i nostri punti di riferimento, le nostre Stelle nella Notte, la Guida dei nostri Passi.
Oh Sole Splendente.
Tu che illumini i nostri giorni, Tu che nutri le nostre messi, Ti imploro, guida i miei Fratelli.
Equilibratore di tutti i Reami, porta conforto e Pace, nei tumultuosi cuori dei tuoi Figli. Tu che con la tua Luce, riscaldi le nostre Anime, proteggici da questo freddo Inverno..
Oh Elèimitros.
Ascolta la mia preghiera e donami la forza e il coraggio, d'esser il Pilastro per tutti loro, portatore di Luce e di Saggezza, come tu lo sei stato con i Tuoi Fratelli e Sorelle, Dei indiscussi dell'universo.
La notte è buia e piena di terrori.. ma il Luminoso Giorno sbaraglierà le Tenebra.
*Dopo qualche istante di silenzio, concentrato nella sua silenziosa preghiera, il Cavaliere ripone la propria spada nel fodero e và per uscire da quel luogo.
Il volto e rigato dalle lacrime, ma la determinazione nel suo sguardo nulla ha da invidiare a quella delle onde del mare che si infrangono sulla scogliera*