Il Logos di Dio

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00mercoledì 26 gennaio 2011 19:14
Il Gesù Cristo pre-umano.

Quando l'apostolo Giovanni parlò della Parola (Logos), ovvero del Gesù Cristo pre-umano, voleva forse che i suoi lettori identificassero la Parola con la seconda persona di una triade consustanziale (vale a dire, che condivide la medesima essenza)?
Come si dovrebbe tradurre il predicato theos quando è riferito al Logos? Giovanni credeva che il Logos fosse Dio, un dio o divino?
Cosa intende esattamente la Traduzione del Nuovo Mondo quando propone "un dio" come traduzione di Giovanni 1:1c?
Il fatto che la Parola esistesse in principio con Dio, significa forse che il Logos fosse eterno, come Dio? Quando Giovanni disse che tutte le cose furono fatte mediante lui, stava forse insegnando che la Parola è il Creatore oppure il mezzo degli atti creativi di Dio?
Di solito i nostri critici si concentrano sulla traduzione di questo passo giovanneo, ora è il tempo di focalizzare la nostra attenzione sulla questione, per mostrare non solo che la TNM offre una traduzione accettabile del passo, ma anche che essa cattura tutti gli elementi essenziali veicolati da Giovanni attraverso il contesto e la costruzione della terza frase del versetto di apertura del suo Vangelo.
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00mercoledì 26 gennaio 2011 20:38
Il Logos nel pensiero ellenistico

Sembra che Eraclito (filosofo nato attorno al 550 aEV che cercò di spiegare l'universo in cui viviamo) sia stato il primo ad utilizzare il termine logos intendendo "un soggiacente principio cosmico di ordine". Secondo il filosofo, questo termine aveva anche il significato di discorso, insegnamento, parola, reputazione, relazione, proporzione, significato e verità. Secondo G. Fries nel suo "λόγος", "Eraclito aveva in mente l'intero campo semantico ogni volta che utilizzava questo termine".
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00mercoledì 26 gennaio 2011 22:54

In Platone il concetto di logos differisce da quello di Eraclito per il fatto che, secondo lui, logos aveva a che fare più con una spiegazione razionale piuttosto che con un principio cosmico che ordinava il mondo materiale. Collegando il logos al pensiero razionale, Platone credeva che: "Solo l'uomo tra gli esseri viventi ha logos" dato che le sue azioni sono determinate dalla parola, ed egli stesso è capace di fare discorsi e di comprenderli.
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00giovedì 27 gennaio 2011 20:20

Aristotele pose il logos in relazione al discorso razionale. Pertanto, discorso e ragione, identificati entrambi come logos, erano i fattori che distinguevano gli esseri umani dagli animali inferiori. Questo fattore distintivo, la razionalità umana, è qualcosa che va "al di là del regno materiale" sia per Platone che per Aristotele, sebbene lo stesso non possa dirsi per la visione stoica della razionalità umana (logos).
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00giovedì 27 gennaio 2011 20:33

Nello stoicismo il logos era visto come potere creativo che "si estende attraverso la materia", operando in tutte le cose e che dona vita ed esistenza alle cose inanimate. Vi è un grande logos generale da cui deriva ogni potere e a cui tutto alla fine ritorna. Il logos stoico è sia un "potere razionale di ordine che un potere vitale di concezione". Il teologo tedesco Rudolf Karl Bultmann aveva ragione nell'affermare che non esiste alcun collegamento fra il concetto stoico di logos e l'uso del termine da parte di Giovanni, a parte il fatto che entrambi sono di importanza fondamentale per il mondo. Egli fa anche giustamente notare che la comprensione del mondo nei due casi è totalmente diversa.
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00giovedì 27 gennaio 2011 20:40

Nelle religioni misteriche e nella concezione ermetica vi sono alcune idee associate al logos che risultano interessanti per quanto riguarda la somiglianza con l'idea che aveva Giovanni di Gesù in quanto logos. Ad esempio, i fondatori di vari culti misterici combinarono le loro "rivelazioni" col pensiero greco, portando così, in alcuni casi, all'idea che Iside creò Osiride come logos, il quale poi ordinò e rese manifesto il mondo materiale. Nell'ermetismo un concetto come logos o persino rettitudine e luce è ipostatizzato (vale a dire, individuato come realtà di per sé sussistente come un dio, o identificato con un dio.
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00venerdì 28 gennaio 2011 12:24
È ragionevole credere che Giovanni fosse a conoscenza delle popolari idee greco-romane relative al logos e che esse possano aver contribuito alla sua decisione di utilizzare questo termine. Tuttavia, vi è poca somiglianza tra l'idea di Gesù come logos sviluppata da Giovanni e le visioni ellenistiche riportate negli altri post. Comunque, l'uso di un simile termine in riferimento al Messia giudaico avrebbe senza dubbio attirato l'attenzione di molti che avevano abbracciato una visione ellenistica di logos.
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00venerdì 28 gennaio 2011 13:37

Possibili accostamenti col titolo di logos e parallelismi:
Filone;
Teologia Memra;
La Sapienza come logos;
Letteratura ebraica della Torah;
Letteratura sapienziale biblica.
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00domenica 30 gennaio 2011 11:24
Il Logos secondo Filone

Qualche cenno biografico prima di scoprire il pensiero di Filone.

"Nelle opere di Giuseppe Flavio si possono trovare i pochi dettagli biografici che lo riguardano. Coltissimo esponente della potente comunità ebraica di Alessandria. Provenne da una delle più ricche ed influenti famiglie della città e forse fu il primo grande commentatore dei testi biblici da lui conosciuti in traduzione greca.

La sua originalità sta nell'aver interpretato in maniera platonica la Bibbia. Egli vede nella teoria del Demiurgo (esposta da Platone nel suo Timeo) il Dio creatore ebraico.

Filone teorizzò il metodo dell'interpretazione fondata sulla distinzione tra due significati presenti nello scritto: la lettera e lo spirito, che racchiude il significato più autentico. Tramite questa interpretazione egli vede nella Bibbia la dottrina dell'esistenza di Dio. Dio è ineffabile e il linguaggio non è uno strumento sufficiente per esprimerne l'essenza".

Nel I secolo EV alcuni giudei abbracciarono il pensiero platonico e stoico. È possibile che certi gruppi giudaici chiamassero un arcangelo col titolo di Logos come fece Filone e che pertanto non considerassero inintelligibile il riferimento al Logos nel Vangelo di Giovanni.

Quando si consideri l'insegnamento di Filone sul logos nel suo insieme si vede come egli potesse semplicemente concepirlo come manifestazione di Dio piuttosto che un effettivo "secondo dio". Tuttavia, resta da dire ancora qualcosa sulla visione di Filone del logos come essere distinto da Dio, il suo "Primogenito", un "arcangelo", uno che intercede tra Dio e la creazione.

Andrew Chester espone le difficoltà ad ottenere un'interpretazione coerente dell'opera di Filone:
"È notoriamente difficile sapere esattamente come valutare il linguaggio e le idee di Filone qui come in tutta la sua opera. Ad esempio, non è sempre chiaro se il suo uso di logos voglia rappresentare il "Logos" come termine tecnico. Ugualmente problematico è il fatto che, dato che il sistema di Filone è davvero composito e la sua opera tanto voluminosa, non è possibile stabilire una singola filosofia coerente; questo ci sorprende poco in quanto Filone fonde vari concetti presi da diverse tradizioni filosofiche e bibliche; tuttavia pone seri problemi per l'interpretazione sia dei singoli passi che del suo pensiero nell'insieme. Comunque si può dire che per Filone il Logos chiaramente non era identico a Dio e, in un certo senso, era a Lui subordinato.
Pagg. 48-50 "Jewish Messianic Expectations and...." (Pagine allegate)
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00domenica 30 gennaio 2011 11:25
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00domenica 30 gennaio 2011 11:25
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