rimatt1, 11/6/2023 8:39 AM:
per alcune trovate che hanno fatto scuola (su tutte, la soggettiva dell'assassino)
Da inguaribile precisino
mi tocca premettere che la lunga soggettiva iniziale dell'assassino è farina del sacco di Michael Powell (L'occhio che uccide, cult movie del 1960), ma è chiaro che Carpenter è anche per me un grandissimo (basterebbe La Cosa a metterlo nell'olimpo dei sommi).
La sua mano si sente nelle parti che ritengo più tecnicamente riuscite del film: l'inizio e poi le molte scene per i vialetti semideserti della piccola città, a dominante verde malgrado sia autunno -un effetto straniante che ho apprezzato- con le varie apparizioni di Michael in campo medio/lungo, en plein air e sempre semiconfuso nelle siepi e nei giardini. E poi le varie strizzate d'occhio ironiche e citazioniste (i film horror in tv, i fumetti), ai tempi sicuamente molto innovative.
Questa perizia tecnica e formale non mi si è però tradotta in coinvolgimento (se non estetico, appunto). Non è tanto o soltanto questione di "ritmo" di per sé: io sono uno che apprezza pure la camera fissa
, come anche i film solo di dialoghi o quasi - anche se un horror "alla Eric Rohmer" forse non è mai stato tentato.
No, è che un film visto a una certa età, e dopo molti altri simili (i Venerdì 13 che ho divorato da ragazzo, trovandoli quasi tutti buoni fino al n.6), fatalmente non farà la stessa impressione di averlo visto a ridosso dell'uscita, o comunque in un'età in cui si è più facili al coinvolgimento emotivo. Con il distacco dello spettatore ormai smaliziato, i difetti mi sono apparsi pesanti: dei personaggi in scena, senza sentirmi coinvolto nella loro sorte, finivo per notare molto di più gli aspetti ridicoli dovuti alle goffaggini di sceneggiatura. Alla fin fine, malgrado la scena dell'incastro nella finestra (
ma perché!? Aargh), le figure più riuscite mi sono sembrate le due amiche della protagonista: very antipatica una, very narcisa l'altra, due tipizzazioni però recitate in modo convincente.
Complice di tutto probabilmente anche il doppiaggio italiano originale mono, che ho preferito proprio perché volevo cercare di vederlo come l'avrei visto se fossi potuto andare al cinema nel 1978: avrei fatto meglio a seguirlo in inglese, anche perché mi sa che qualche traduzione farlocca c'era.
rimatt1, 11/6/2023 8:39 AM:
è invecchiato com'è invecchiato L'esorcista, vale a dire che propone un "ritmo horror" a cui oggi probabilmente non siamo più abituati
Altro celeberrimo che dovrei recuperare, con il seguito. Mai "visti" davvero, forse per... eccesso - di parodie soprattutto, di articoli letti, di fanzine celebrative, di elogi per il marketing geniale (fu uno dei primi film a riportare i grandi soldi a Hollywood, dopo un decennio di incassi magri e attori che fuggivano in Europa); insomma, la sovraesposizione e la fama erano tali che mi è sempre sembrato di averli già visti, anche se non è così.
Sash