Gino Paoli
2009-01-21 20:53
PAOLI, 50 ANNI DI CARRIERA FUORI DAL CORO
di Elisabetta Malvagna
ROMA - E' sempre stato uno spirito libero, una sorta di poeta anarchico che, come dice lui stesso, ha sempre "viaggiato fuori dal corteo": Gino Paoli festeggia i 50 anni di carriera con un nuovo album, 'Storie', in uscita il 23 gennaio, e un concerto-evento che stasera lo vede protagonista all'Auditorium di Roma.
Paoli è un artista che non si è mai curato del mercato, dei discografici, delle strategie di marketing, dei critici musicali e dei riconoscimenti. Quando al festival di Sanremo 2004 di Tony Renis ha ricevuto il premio alla Carriera, sul palco non ha proferito parola, e subito dopo è partito alla volta di Mantova, per partecipare al Controfestival di Nando Dalla Chiesa. Quest'anno tornerà sul palco dell'Ariston, ma in veste di 'padrino' di una giovane artista della scuderia di Caterina Caselli, Malika Ayane. Insieme canteranno 'Come foglie'.
"Vado perché lei canta molto bene e poi per fare un piacere a Caterina", dice Paoli, che a Sanremo ritroverà anche Ornella Vanoni, madrina di un'altra Proposta, Simona Molinari. Dai tempi di 'Sapore di sale' ad oggi non è cambiato nulla: "Non c'é nessuna differenza, se si crede che scrivere canzoni significhi tradurre le emozioni in parole". Lui è rimasto sempre lo stesso: "Da quando ho cominciato ho sempre viaggiato fuori dal corteo, non partecipo".
Una coerenza che porta più costi o benefici?. "Costa sempre, bisogna vedere quanto, e se sei disposto a pagare. Io non mi sono mai venduto, non devo niente a nessuno", risponde. E aggiunge: "Non leggo i giornali, tanto meno le notizie musicali. Non me ne frega niente. Anche perché delle facce che vedo, non conosco nessuno. Li definiscono 'famosi', ma famosi per chi?". 'Storie' è un album allegorico, fiabesco e molto narrativo, per raccontare come in 12 cortometraggi piccole e grandi storie di vita quotidiana. Oltre a canzoni d'amore come 'Il nome', l'album raccoglie anche brani che affrontano tematiche forti. Dal rapporto con la morte ne 'La Signora e Mauri', a 'Il pettirosso', che narra di uno stupro di un vecchio nei confronti di una bimba, in cui lui alla fine muore e lei ne prova pietà. 'Il buco' è invece il ritratto di una civiltà vista dagli occhi di un bambino, che ha sacrificato le gioie del vivere in maniera naturale affannandosi alla ricerca di un effimero benessere.
"Tutto l'album rappresenta la ricerca dell'umanità, una parola importante da capire - spiega l'autore di La Gatta e Il cielo in una stanza - La scopre solo il bambino perché non ha sovrastrutture". 'La chiave', invece, è dedicata alle donne: "Sono un mondo che non conosco, io le amo perché sono incomprensibili. Chi dice di capirle è un cretino. Perché le donne non fanno le artiste? Perché artiste già lo sono", sentenzia Paoli, che si è accompagnato ad alcune tra le donne più belle degli anni Sessanta. Ex deputato (della sinistra) e 'senatore' della musica italiana, che effetto fa celebrare mezzo secolo di carriera?: "Questa cosa dei 50 anni lo dicono gli altri, per me è un dato come un altro", risponde. Cosa pensa dei politici attuali? "Fino a pochi anni fa i politici facevano affari, oggi sono gli affaristi a fare politica", replica. E di Obama cosa pensa? "Bisogna giudicare dai fatti. Secondo me il miglior presidente degli Stati Uniti è stato Clinton. Anche se è stato fregato da una fellatio, ma non si può avere tutto... - scherza - Quanto a Obama, mi rifaccia la domanda fra due anni". Fabrizio De André ha tre album tra i primi 15 in classifica, gli si fa notare: "La kermesse celebrativa per De André? Fino a due giorni fa era su Tenco. E' una moda. La domanda è: questa sorta di monumentalismo, sarebbe piaciuta a Fabrizio?".